"Se i fondi per la sanità privata convenzionata sono ritenuti insufficienti non è certo per colpa della Regione. Non abbiamo operato alcun taglio. Parliamo infatti di una spesa vincolata a tetti stabiliti a livello nazionale. Nel rispetto delle regole stiamo percorrendo qualsiasi strada possibile che ci consenta di dare più risorse alle strutture convenzionate a beneficio dei cittadini che hanno il diritto di accedere a visite ed esami senza dover pagare per intero le prestazioni". Lo dichiara l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, in risposta alle dichiarazioni del referente del Coordinamento dei laboratori analisi privati.
"Una settimana fa abbiamo inviato una lettera al Ministero della Salute chiedendo di essere autorizzati a destinare ai privati le risorse statali assegnate nell'anno in corso per lo smaltimento delle liste d'attesa Covid e non spese dal pubblico, attendiamo una risposta in assenza della quale la legge non ci consente di procedere - aggiunge - Di sicuro non si può dire che non stiamo lavorando per arrivare a una soluzione, sapendo quanto questo sia importante per i cittadini, soprattutto oggi che le strutture pubbliche stanno ripartendo dopo il pesante impatto di una pandemia non ancora alle spalle".
"L'anno scorso le strutture private hanno potuto usufruire di risorse statali stanziate per il recupero delle prestazioni rimaste indietro a causa della pandemia, ma si è trattato di un intervento straordinario. Più volte abbiamo sollevato perplessità davanti a questa limitazione, in virtù del fatto che dal 2007 la Sardegna provvede con risorse proprie al finanziamento del servizio sanitario regionale - osserva - A luglio, con la Legge regionale 11, abbiamo messo a disposizione 8 milioni di euro per la specialistica ambulatoriale per l'abbattimento delle liste d'attesa, prevedendo che queste risorse potessero essere utilizzate anche dai privati.
Per tutta risposta il Governo ha deciso di impugnare proprio questa disposizione. Una decisione, a cui ovviamente ci siamo opposti. La Corte Costituzionale si è già espressa più volte in merito sostenendo che lo Stato non ha titolo per dettare norme di coordinamento finanziario che definiscano le modalità di contenimento di una spesa sanitaria interamente sostenuta da altri, né per imporre vincoli alle autonomie territoriali che si fanno interamente carico della spesa sanitaria".
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