"Bevi Responsabilmente" anche a Cagliari. Il tour della campagna di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, in collaborazione con l'Anm, l'Associazione Nazionale Magistrati sbarca in Sardegna. Obiettivo: promuovere la buona movida anche tra le nuove generazioni.
"Il primo ragionamento va verso i giovani che purtroppo spesso si ritrovano spaesati e cercano di emulare fenomeni come l'utilizzo degli alcolici", spiega il presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia. I ristoranti con servizio take away a Cagliari, secondo i dati della Fipe solo nel centro storico nel 2021 erano 217, appena 123 nel 2008, mentre nel centro non storico sono passati da 135 nel 2008 a 240 lo scorso anno. Il numero delle imprese totali è più che raddoppiato, nel 2008 se ne contavano 259, 457 nel 2021. Anche l'Istituto di Istruzione Superiore Don Dedato Meloni partecipa come scuola polo per la Sardegna di RE.NA.I.A. alla conferenza sul bere responsabile.
"Alcuni modelli - spiega Bruno Sanna, dirigente scolastico del Don Dedato Meloni di Oristano - che la società propone spesso non corrispondono a quello che dovrebbe essere il comune senso della vita. Fra questi modelli vi è l'uso dell'alcool che non deve mai diventare un abuso. Infatti la differenza fra uso e abuso è fondamentale. Bere un bicchiere di vino a pasto è salutare produce effetti benefici e costituisce un piacere per il palato e per la mente. Abusare invece produce effetti devastanti per la salute oltre che creare pericoli, qualora l'abusante si metta ad esempio alla guida di un veicolo o faccia altro senza la piena consapevolezza di sé stesso". Stipulato un patto in 7 punti per contrastare la mala movida: tra le indicazioni anche il contrasto di ogni forma di abusivismo, il divieto di consumo serale di bevande alcoliche in strade e piazze e la promozione dell'abbinamento tra cibo e il consumo di bevande alcoliche.
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