"Come ben noto, il riccio di mare (Paracentrotus lividus) è in via di rapida rarefazione, in particolare nei mari sardi a causa del pesante prelievo a fini gastronomici, tant'è che sempre più ristoratori, giustamente, li escludono dai propri menù. Così continuando, diventeranno un sempre più sbiadito ricordo per i mari sardi". Lo denuncia l'associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico che bolla come "sciagurato il voto del Consiglio regionale" che, con un emendamento alla Omnibus 2, ha riavviato il prelievo da oggi sino ad aprile 2023. Il Grig, che rinnova l'appello a non mangiare ricci di mare, ricorda il fenomeno del prelievo abusivo sostenendo che "e non si contano i sequestri da parte delle Forze dell'ordine e, dalle indagini, emergono anche pericolose forme di associazioni a delinquere e di mercato nero".
"Sono ancora allo stadio sperimentale gli allevamenti di ricci - dice l'associazione - La situazione è davvero grave e necessita forti misure di salvaguardia, quantomeno la sospensione della raccolta dei ricci per almeno tre anni. Nel dicembre 2019 ben 7.089 cittadini con la petizione popolare per una moratoria della pesca dei ricci di mare promossa dal Gruppo d'Intervento Giuridico, avevano chiesto a gran voce ai Ministri delle risorse agricole e dell'ambiente e all'assessore regionale dell'agricoltura uno stop di tre anni della pesca, monitoraggi marini e provvedimenti di sostegno ai pescatori temporaneamente impossibilitati alla pesca. Finalmente la legge regionale 17/2021 aveva previsto una moratoria triennale della pesca, ora si riprende allegramente la razzìa", conclude il Grig.
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