Un omaggio ad Antonio Gramsci e un ritratto di Edith Piaf tra parole e note, per un ideale viaggio nella storia del Novecento attraverso il pensiero dell'intellettuale, filosofo e scrittore e le canzoni dell'"usignolo" di Parigi. La nuova Stagione Teatro Villaspeciosa, organizzata da Abaco Teatro, offre uno sguardo sulla drammaturgia contemporanea e sull'intreccio tra i diversi linguaggi della scena. Sei i titoli in cartellone dal 5 febbraio al 16 aprile al Teatro comunale Maria Carta "pensati per coinvolgere diverse fasce di pubblico - spiega la direttrice artistica Rosalba Piras - dai più piccoli, con spettacoli adatti alle famiglie, agli adulti, spaziando tra prosa, musica e nuove tecnologie".
Tra i fil rouge, la cultura e i miti dell'Isola, a partire da "S'Accabadora" di Anfiteatro Sud, il 5 febbraio alle 19.30 con drammaturgia e regia di Susanna Mameli e musiche di Paolo Fresu: un atto unico ispirato a "Le Serve" di Genet e interpretato da Marta Proietti Orzella in cui la figura leggendaria di colei che spezza il filo dell'esistenza segna il confine tra la civiltà agropastorale e la modernità. La vita tragica di Edith Piaf approda sulla scena il 19 febbraio, tra indimenticabili melodie con "Edith-la voce dell'anima" di e con Anna Lisa Mameli e Corrado Aragoni e l'ensemble OfficinAcustica, poi la favola nera del Mostro di Milwaukee il 5 marzo in "Jeffrey Dahmer-Il gioco delle ossa" di Dafne Turillazzi e Antonello Verachi, con Tiziano Polese.
"Gli eroi della Sardegna" di Origamundi, il 19 marzo, per incontrare l'antico popolo degli Shardana e la Giudicessa Eleonora d'Arborea e un'incursione nel mondo delle fiabe, il 2 aprile, con "Bianca come la neve" de L'Effimero Meraviglioso. Infine, il 16 aprile, "Gramsci Antonio: presente!" di Rossana Copez e Marta Proietti Orzella, anche protagonista in scena con Fausto Siddi, per riscoprire l'attualità e la forza delle idee dell'autore dei "Quaderni del carcere". Nel foyer dal 5 febbraio al 16 aprile la mostra "Un pennello per il cinema" con i divi della decima musa ritratti dal pittore Angelo Cesselon, noto e apprezzato autore dei manifesti del grande cinema italiano e mondiale dagli anni '50 agli anni '70.
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