"Non si può morire di università. Contro un merito che ci uccide". E' lo striscione appeso fuori dalle aule dell'Università di Sassari dagli studenti dell'Udu per reagire, spiegano, "per reagire alla drammatica notizia della studentessa dello Iulm di Milano che si è tolta la vita all'interno dei locali dell'università, non sopportando di aver fallito, di non essere riuscita a passare degli esami". Non solo. Gli iscritti all'Udu contestano anche la sospesione del servizio di ascolto e supporto psicologico e vanno in pressing per ripristinarlo.
"L'ateneo - denuncia Federico Piras, responsabile organizzazione e diritto allo studio dell'Udu - presta poca importanza al servizio, che è momentaneamente sospeso, ma anche quest'anno ha deciso di proseguire la collaborazione con la diocesi sassarese con incontri per studentesse e studenti in difficoltà, con la possibilità di 'vivere il sacramento della confessione'. All'Università - conclude in modo polemico - vorremmo dire: non ci serve l'assoluzione, ci serve lo psicologo".
STRISCIONE ANCHE A CAGLIARI. "Ho fallito negli studi" queste le parole della studentessa di 19 trovata morta qualche giorno fa nel bagno dell'Università IULM di Milano. Quattro parole che segnano l'ennesimo caso di "suicidio accademico". Ancora una volta le pressioni sociali a cui sono sottoposti studentesse e studenti sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso per una vita umana. Ci troviamo di fronte a una generazione schiacciata da ideali di successo generalizzati, che non tengono conto di peculiarità e ostacoli del percorso di ognuno, creando dunque in chi "non riesce come gli altri" un forte senso di inadeguatezza, il pensiero di "aver fallito". Lo afferma, in una nota, l'Associazione studentesca UniCaralis, che ha esposto uno striscione davanti all'Università di Cagliari. "Purtroppo frequentemente viene fatto passare il messaggio secondo cui non ci si può permettere di sbagliare, non ci si può prendere del tempo per fermarsi a riflettere o capire cosa si voglia realmente, che occorra fare tutto in maniera eccellente e in tempi celeri e prestabiliti. "Ma va bene anche non essere sempre al 100%". Un sistema universitario di tal genere, che porta ogni giorno studenti e studentesse ad avere pressanti condizioni di disagio e di malessere forte, non è d'aiuto ai giovani né è fruttuoso per la società", sostengono gli studenti cagliaritani. Secondo i dati ISTAT sono circa 4 mila i suicidi in Italia ogni anno: il 5% riguarda giovani sotto i 24 anni, di cui molti sono studenti (soprattutto universitari). "Non deve essere normale "morire di università"! Siamo esseri umani prima che studenti, non siamo semplici numeri di matricola, le nostre vite valgono molto di più di quello che agli occhi di una società ipocrita potrebbe essere visto come un "fallimento".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA