DI MARZIA PIGA
Dalle energie rinnovabili ai sistemi informativi geografici, dalla salute alla chimica dei materiali, passando per la microbiologia, l'informatica, l'elettronica e la farmacia. Sono le esperienze di studio e ricerca, unite a quelle personali, di oltre venti ricercatrici che hanno cercato di convincere una platea di studentesse superiori, durante la giornata "Donne, scienza e innovazione" organizzata al Parco scientifico di Pula. "Prima di prendere una strada dovete immaginarvela, speriamo che dopo questa giornata vi verrà voglia iscrivervi alle facoltà Stem", chiude così il suo intervento Eva Lorrai, tecnologa del Crs4.
A precedere e seguire molte testimonianze di giovani studiose delle due Università sarde, del Crs4 e di Sardegna Ricerche. Percorsi di studio tra la Sardegna e il resto del mondo, con doppi ostacoli da superare. "Le donne sono beneficiarie di molti meno assegni e borse di ricerca rispetto ai colleghi maschi", ricorda Carla Asquer, ricercatrice a Sardegna Ricerche. Il messaggio è chiaro: "Ora basta, bisogna invertire la rotta".
Le studiose citano figure femminili nella storia della scienza e della ricerca: Maria Montessori, Amalia Ercoli Finzi, Samanta Cristoforetti, Susan Fiske e tantissime altre meno conosciute. Parla di Jocelyn Bell, astrofisica britannica che nel dopoguerra scoprì per prima le pulsar, la ricercatrice dell'Inaf e dell'osservatorio astronomico di Cagliari Maura Pilia. "Bell fu 'derubata' del premio Nobel e ci furano molte polemiche allora. Io però ho scelto questa strada anche perché ho avuto modo di conoscere la sua storia. Avere dei modelli è fondamentale per le aspiranti studentesse - spiega -. Nell'astrofisica, in leggerissima controtendenza rispetto alle altre discipline, le donne sono più presenti, ma il loro numero scende man mano che si sale ai vertici".
Porta la sua esperienza anche Maria Del Zompo. "Sono stata la prima rettrice dell'ateneo di Cagliari dopo 400 anni, ma non è normale - sottolinea -, la conoscenza e il sapere sono il trampolino di lancio sempre e devono esserlo anche per le donne". In platea Emma ascolta attenta, senza cellulare in mano, ha 17 anni e studia all'istituto tecnico Giua di Cagliari. "È molto interessante sentire le esperienze delle ricercatrici. Io - racconta - ho scelto un indirizzo scientifico perché sono attratta da queste materie, voglio studiare chimica". Un'attitudine riconosciuta e supportata dalla famiglia: "Mia madre avrebbe voluto studiare medicina ma non l'ha fatto - spiega Emma -, quando si è accorta della mia passione per queste materie mi ha spinto ad andare avanti".
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