(di Maria Grazia Marilotti)
Riapre al pubblico il "Recinto delle
feste" del Santuario Nuragico di Santa Vittoria, sul margine
orientale della Giara di Serri, nel sud Sardegna. E' stato
interpretato dall'archeologo Giovanni Lilliu come luogo di
incontro delle genti nuragiche in occasione dello svolgimento
delle cerimonie religiose.
L'area archeologica è tra le più importanti della Sardegna
per la ricostruzione della protostoria dell'Isola nell'età del
Bronzo e del Ferro. Una testimonianza preziosa per la conoscenza
delle pratiche religiose delle popolazioni nuragiche. A cento
anni dal primo intervento nel Recinto delle feste ora questo
luogo coi suoi caratteristici porticati, viene restituito alla
collettività con la presentazione dei risultati delle recenti
indagini. La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio
per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano
e Sud Sardegna, guidata da Monica Stochino, ha dato infatti il
via a un intervento estensivo all'interno del Recinto.
"I risultati hanno messo in luce una frequentazione del sito
che parte almeno dal Bronzo recente (circa 1300 a. C.) e una
successiva frequentazione di età punica e romana. Lo scavo ha
poi evidenziato che all'interno non sono presenti strutture
edificate, come era stato ipotizzato, ma che il grande spazio
all'aperto era vuoto", spiega Gianfranca Salis, direttrice
scientifica della Soprintendenza.
L'area archeologica Santa Vittoria ora sarà al centro di una
serie di conferenza per celebrare il centenario degli scavi e in
particolare la scoperta del Recinto e della Casa del Capo. Il
sindaco, Samuele Antonio Gaviano, ha annunciato progetti futuri
di valorizzazione del sito con sistema integrato durante la
presentazione alla presenza tra gli altri di Patricia Olivo,
segretaria regionale del Mic per la Sardegna, stazione
appaltante dell'intervento.
La scoperta del santuario risale al 1909, quando Antonio
Taramelli diede inizio agli scavi archeologici che proseguirono
a più riprese fino al 1931, portando alla luce la maggior parte
delle strutture e degli edifici oggi noti e visibili, oltre a
importanti reperti archeologici, molti dei quali esposti nel
Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
A partire dal 2018 le ricerche sono riprese in modo stabile e
sono ancora in corso. Al termine dei lavori verrà riconsegnato
alla fruizione alla cooperativa e in collaborazione con il
Comune e con la cooperativa L'acropoli nuragica.
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