Una proposta di legge per abbassare le soglie di sbarramento previste dalla legge elettorale che passerebbero dal 5% al 3% per i singoli partiti e, per quanto riguarda le coalizioni, dal 10% attuale al 5%. La chiedono con forza il partito Progres, il movimento Irs e l'organizzazione Torra che hanno fatto appello ai consiglieri regionali sardi perché presentino la proposta di legge.
"L'appello, pubblicato lo scorso 20 aprile, è stato già sottoscritto da diverse realtà politiche, esponenti della società civile, associazioni, sindacati e anche da consiglieri regionali - spiega Adriano Sollai, segretario nazionale di Progres durante l'illustrazione della proposta in Consiglio regionale -. L'obiettivo è garantire una maggiore rappresentatività della società sarda, delle sue caratteristiche particolari, che non possono essere ricondotte all'interno del bipolarismo italiano di centrodestra e di centrosinistra".
"L'attuale legge elettorale votata nel 2013 è vergognosa - sottolinea Lucia Chessa, segretaria nazionale Rossomori -: centrodestra e centrosinistra si sono confezionati il vestitino su misura per alternarsi da qui a sempre alla guida di questa Regione. Il voto dei sardi viene distorto e maneggiato tramite quote di sbarramento e premi di maggioranza - spiega Chessa - in modo tale che alla fine il Consiglio regionale che ne viene fuori non ha nulla a che fare con la volontà di quei pochi sardi che vanno a votare".
Appello raccolto al momento da alcuni consiglieri di Pd e Progressisti, consapevoli che nonostante lo Statuto preveda la possibilità di presentazione di leggi di iniziativa popolare, non è mai stato fissato il numero di firme necessarie e questo diritto popolare non è garantito. "Ci sono sbarramenti troppo alti che hanno provocato la dispersione del 16% dei votanti - evidenzia Gianfranco Ganau capogruppo del Pd - in un momento in cui la partecipazione è bassissima, non ce lo possiamo permettere e credo che sia giusto che il Consiglio regionale rifletta su una revisione delle soglie". "La proposta non è stata ancora depositata fisicamente negli uffici perché si sta cercando la più ampia condivisione - evidenzia Agus - anche perché siamo arrivati a fine legislatura. La possibilità di garantire il diritto di tribuna a chi decide di non coalizzarsi deve essere garantito".
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