"Per il 2023 prevale l'incertezza perché abbiamo ancora una situazione di guerra in Europa e abbiamo visto gli effetti che questa determina e ha determinato sulle nostre economie, l'inflazione è in calo ma non è un calo così rapido come ci si poteva attendere e ci potranno essere dei continui ulteriori interventi dalle istituzioni internazionali sui tassi di riferimento".
Risponde così Stefano Barra, direttore generale della sede sarda della Banca d'Italia a margine della presentazione del Rapporto sull'economia isolana. "L'inflazione è una tassa iniqua - prosegue citando Luigi Einaudi -, perché è fortemente regressiva e perché colpisce e morde soprattutto le famiglie meno abbienti, i cui consumi sono assolutamente non comprimibili rispetto ad altri".
E anche se nel prossimo futuro "ci potranno essere dei continui ulteriori interventi sui tassi di riferimento", sono necessari per tentare di piegare l'inflazione, "perché quella all'inflazione è una lotta giusta". Le speranze arrivano dal Pnrr che "potrebbe avere un effetto tale da controbilanciare gli effetti negativi dell'inflazione, ma è difficile stimare oggi quale possa essere l'effetto per il 2023 sul Pil della Sardegna".
I finanziamenti concessi in Sardegna con il Pnrr, secondo il rapporto di Bankitalia, sono in totale 3,5 miliardi di euro ad aprile 2023, cui si aggiungono 400 milioni di euro per investimenti complementari (Pnc). I fondi finora assegnati in rapporto alla popolazione (2.488 euro pro capite) sono sensibilmente superiori alla media del Mezzogiorno e di quella nazionale (rispettivamente, 2.377 e 1.888 euro). Un quarto degli interventi fa capo a enti pubblici e società partecipate nazionali, mentre tra le amministrazioni locali il ruolo più rilevante è assegnato ai Comuni che sono competenti per circa il 28 per cento dei finanziamenti.
A beneficiare maggiormente sarà il comparto delle costruzioni che sarà rafforzato dalla messa a terra dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. "Ci aspettiamo un incremento dei posti di lavoro fino a 2.500 unità nel 2025, l'anno del picco atteso per lo svolgimento dei piani connessi al Pnrr".
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