La Corte d'appello di Sassari
deciderà domani la sorte di Devrim Akcadag, 48 anni, cittadino
tedesco di origini turche, arrestato martedì scorso in Sardegna
dalla Digos di Sassari in esecuzione di un mandato
internazionale ai fini estradizionali emesso dalle autorità
turche che lo accusano di essere un terrorista, fiancheggiatore
del partito dei lavoratori curdi, Pkk/Kck, organizzazione
ritenuta, appunto, terroristica dal governo della Turchia.
Questa mattina Akcadag è comparso davanti alla Corte
d'appello di Sassari che deve pronunciarsi sulla misura
cautelare e sull'estradizione. La procuratrice generale, Maria
Gabriella Pintus, ha sollecitato la conferma degli arresti in
carcere, mentre l'avvocato difensore, Stefano Mannironi, del
foro di Nuoro, ha chiesto l'obbligo di dimora in una struttura
di accoglienza in Sardegna, con l'obbligo di firma.
Devrim Akcadag ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee,
spiegando alla Corte, presieduta dalla giudice Marina Capitta,
che lui è completamente estraneo alle accuse che gli sono
rivolte. È cittadino tedesco, vive a Berlino dove fino al 2020
operava come ricercatore all'Università e dove ora lavora come
traduttore, in stretta collaborazione con le istituzioni.
Fino al 2010 lavorava come giornalista per alcune televisioni
della Germania e del Belgio, per le quali ha prodotto diversi
reportage sulle condizioni in cui vive il popolo curdo in
Turchia.
La Corte ha concesso tempo alla difesa fino alle 11 di
domattina per la consegna di ulteriore documentazione che
comprovi la posizione di Akcadag, quindi si chiuderà in camera
di consiglio per la decisione.
Intanto la figlia minorenne di Devrim Akcadag che al momento
dell'arresto si trovava con lui in vacanza in un residence a
Trinità d'Agultu, è stata affidata alla mamma e alla zia,
arrivate ieri in Sardegna dalla Turchia, e ospitate ora a
Sassari.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA