In attesa dei numeri ufficiali,
dalle prime stime di Coldiretti Sardegna
sono centinaia gli ettari di territorio andati persi a causa
degli incendi scoppiati ieri in gran parte dell'Isola, molti dei
quali dolosi. I problemi maggiori sul fronte ambientale stanno
emergendo nell'area tra Posada, Siniscola, La Caletta e Gairo,
in Baronia, Sardegna centro orientale, e nel Sarrabus tra
Muravera e Villaputzu, nel sud dell'Isola. Distrutti dal fuoco
foraggere e agrumeti con danni a infrastrutture, recinzioni,
macchine agricole e impianti di irrigazione, pompaggio ed
elettrici. Le piante da frutto, in particolare, avranno bisogno
di anni prima che possano tornare a produrre senza dimenticare
danni ambientali ed economici per le aziende che hanno visto
spazzato via un ingente patrimonio.
Nell'area del Sarrabus, al momento, sono circa una decina
quelle coinvolte. "Abbiamo vissuto momenti di paura e adesso
possiamo davvero dire che siamo stati fortunati - commenta
Giorgio Demurtas, allevatore e presidente di Coldiretti Cagliari
- le fiamme e soprattutto il forte fumo stavano mettendo a
rischio la vita degli animali e siamo andati a soccorrerli a
rischio della nostra stessa incolumità. Alla fine ci è andata
bene". L'agrumicoltore Manuele Meloni fa i conti: "Se pensiamo
al mancato reddito per le produzioni perse e i costi per
ricostruire e sostituire i macchinari colpiti, abbiamo già danni
per molte migliaia di euro. Sembrava un'apocalisse, ma ci siamo
già rimboccati le maniche e stiamo ripartendo".
Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, commenta:
"Ci si aspettava refrigerio dopo le giornate afose che avevano
creato anche danni alle colture, soprattutto in pieno campo,
ieri invece abbiamo registrato incendi che hanno mandato in fumo
ettari di terreni e proprietà, bruciato e danneggiato
infrastrutture e attrezzature agricole senza contare gli animali
morti e le centinaia di persone sfollate".
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