Accolti nel progetto "Elen Joy
Sardegna" dedicato alle vittime di tratta e grave sfruttamento:
per oltre 200 donne e 39 uomini negli ultimi 20 anni la vita è
cambiata. A loro si aggiungono i minori stranieri non
accompagnati: sono complessivamente 279 le persone che, grazie
alla Congregazione delle Figlie della Carità, hanno riscoperto
il lavoro regolare, gli affetti, un'esistenza finalmente
tranquilla. Ventotto le nazionalità: 191 donne nigeriane
provenienti dallo sfruttamento sessuale su strada, 14 dalla
Romania, 11 uomini dal Pakistan vittime di sfruttamento
lavorativo.
Proprio la Congregazione delle Figlie della Carità stamattina
ha presentato i risultati di un impegno - iniziato nel 2003 con
la prima partecipazione al bando nazionale emanato dal
Dipartimento per le Pari Opportunità per contrastare la tratta
degli esseri umani. "Ma la prima accoglienza - dice suor
Caterina Bua, legale rappresentante e responsabile del progetto
- risale al 1997, quando la Congregazione, benché non ancora
strutturata per accogliere questa 'nuova povertà', decide di
stare accanto a queste persone sfruttate". In questi anni il
progetto Elen Joy - dal nome della prima donna salvata dallo
sfruttamento sessuale - ha potenziato la sua organizzazione:
conta attualmente 20 professionisti (educatori, pedagogisti,
psicologi, mediatori culturali).
"Nell'area accoglienza - dice Francesca Pitzalis
coordinatrice del progetto - molte donne in gravidanza o con
bambino, un fenomeno oggi di nuovo all'attenzione della rete
antitratta: in questi anni sono stati accolti 52 bambini con le
loro mamme, per lo più neonati o nella fascia d'età 0/3 anni»".
In riferimento alla prostituzione sessuale su strada gli
operatori del progetto distinguono tra pre e post pandemia da
Covid. "Attualmente le presenze su strada - dice Valentina
Sanna, referente area contatto ed emersione - raggiungono una
media approssimativa di 15-18 donne cisgender (persona nella
quale collimano il sesso biologico e l'identità di genere, ndr)
su Cagliari e 6-10 donne cisgender e donne transgender nel
territorio di Sassari. Riguardo la prostituzione su strada, a
fronte di una media di 50 uscite totali delle unità di strada -
rispettivamente 30 e 20 per il territorio di Cagliari e Sassari
- le nazionalità incontrate sono principalmente nigeriana,
romena, colombiana, scarsamente rappresentate quella cinese,
dominicana. Nella prostituzione indoor, la rappresentazione è
nettamente più varia, abbracciando molti stati del Sud America:
Colombia, Brasile (sopra tutti), Est Europa (Romania in
particolare) mentre scompare completamente la presenza delle
donne provenienti dall'Africa sub-sahariana (secondo le indagini
effettuate dall'équipe di contatto)".
Secondo il report in Sardegna lo sfruttamento lavorativo
riguarda agricoltura, con il fenomeno del caporalato,
allevamento e pastorizia, il terziario con un'alta
concentrazione nell'ambito della ristorazione e turistico.
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