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Eduardo Kohn, 'foreste pensano e parlano se l'uomo sa ascoltare'

Eduardo Kohn, 'foreste pensano e parlano se l'uomo sa ascoltare'

L'antropologo a Cagliari racconta la sua esperienza in Amazzonia

CAGLIARI, 12 ottobre 2023, 15:32

di Maria Grazia Marilotti

ANSACheck

L 'antropologo Eduardo Kohn a Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'antropologo Eduardo Kohn a Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'antropologo Eduardo Kohn a Cagliari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un ideale viaggio, dall'Isola al centro del Mediterraneo al cuore della foresta amazzonica. L'antropologo Eduardo Kohn presenta a Cagliari, e per la prima volta in Italia, il suo saggio rivoluzionario e innovativo "Come pensano le foreste. Per un'antropologia oltre l'umano", in dialogo con lo studioso Andrea Staid, autore di "Essere natura".

Nato a Boston nel 1968, professore associato all'McGill University in Canada, Eduardo Kohn è tra gli ospiti di punta di Marina Cafè Noir, il festival di letterature applicate, fino al 14 ottobre al Giardino sotto le Mura. Edito da Nottetempo, il saggio è il frutto di una ricerca etnografica ancora in corso, attraverso un'esperienza diretta con i Runa dell'alta amazzonia ecuadoriana. Una ricerca sulla relazione tra mondo naturale e umano. Ed è proprio in Ecuador che l'antropologo ha trascorso parte della infanzia con i nonni in fuga dal nazifascismo durante la seconda guerra mondiale.

"Nella civiltà dei Runa tutto è parte della natura, non vi sono confini, l'esistenza umana si svolge in simbiosi con l'ambiente e tutte le forme di vita hanno pari dignità - spiega all'ANSA Kohn prima dell incontro di questa sera alle 19 a Cagliari - I Runa interrogano la natura, ne scorgono e riconoscono i segni, indovinano gli indizi di pericolo come i sintomi di una malattia, colgono i loro sentimenti o le proprietà benefiche. Hanno uno sguardo più attento verso ciò che ci circonda e una maggiore sensibilità. E il loro linguaggio riflette questo habitus mentale. Per loro la foresta rappresenta una mappa o un libro sacro di cui conoscono il codice".

L'antropologo mette in luce la capacità di questo popolo di confrontarsi e interagire direttamente con il cosmo "rappresentandone i differenti aspetti attraverso una lingua immediata, diretta, senza simboli divisivi, un linguaggio che nasce dentro la foresta, evoluto, ricco di onomatopee, segni, gesti, con una struttura grammaticale forte". I Runa sono stati e sono i suoi maestri. "Ho imparato la loro lingua - racconta l'autore - contiene una relazione, un'appartenenza con la natura, come fosse la loro casa, e questo loro modo di comunicare forse ci dà una chiave per comprendere come pensano le foreste".

Kohn non offre un' immagine idealizzata della natura. "La vita naturale - chiarisce - non è scevra di pericoli e gli stessi Runa si difendono dai predatori e sono a loro volta cacciatori, ma non vi è nel loro comportamento quel tratto distruttivo dei conquistatori o colonizzatori di questo meraviglioso e complesso ecosistema con la sua straordinaria biodiversità che rischia in modo irreversibile di andare perduta". E' la sua prima volta in Sardegna. "Dopo Cagliari ho desiderato visitare altri luoghi, ho avuto tanti input - confessa l'antripologo - poi la scelta è caduta su Carloforte, un'isola dentro un'isola, per scoprire altri tesori".
   

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