In vista delle regionali di
febbraio o marzo 2024 cominciano, in entrambi gli schieramenti,
i primi scossoni per smuovere le acque ristagnanti che ancora
non hanno portato alla scelta dei candidati per la corsa alla
carica di governatore.
Nel centrodestra sono i Riformatori a dare la sveglia con una
lettera del coordinatore regionale Aldo Salaris indirizzata
direttamente ai leader della coalizione Giorgia Meloni (FdI),
Matteo Salvini (Lega), Antonio Tajani (FI) e Maurizio Lupi (Noi,
moderati). Il messaggio è chiaro: se il centrodestra vuole
vincere le prossime elezioni regionali, la scelta del candidato
deve necessariamente passare per la Sardegna.
"Una scelta da operare tenendo conto della situazione
politica particolare, che non può essere ignorata - scrive
Salaris ai presidenti nazionali dei partiti -. La Sardegna, come
ben sapete, vanta una varietà di movimenti e partiti regionali
di notevole importanza che non hanno una rappresentanza
nazionale ma che, forti di un radicamento nel territorio con
pochi eguali in altre regioni d'Italia, rappresentano una parte
fondamentale della coalizione".
Tra questi, i Riformatori Sardi "non sono soltanto 'soci
fondatori' del centrodestra nell'isola, ma da sempre uno dei più
solidi pilastri della coalizione". Nei giorni scorsi è stato il
Grande centro, sei sigle in area centrodestra, a sollecitare un
tavolo regionale per la scelta del futuro candidato della
coalizione. Salaris sottopone ai leader "l'esigenza che siano i
sardi per primi a scegliere e condividere la scelta del
presidente che sarà chiamato a rappresentarli dentro e fuori
dalla Sardegna". E si ispira al principio di insularità in
Costituzione: "Il futuro è pesantemente condizionato dall'essere
l'isola europea più lontana dal continente e ciò, ancora oggi,
nonostante la modifica costituzionale, viene trattato come se
fosse un problema unicamente dei sardi, e non una questione che
interessa la comunità nazionale".
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