"Prima di effettuare il
riconoscimento dei sospettati, l'agente di polizia che conduceva
le indagini mi mostrò la foto di Beniamino Zuncheddu e mi disse
che il colpevole della strage era lui. È andata così". E' quanto
ha affermato Luigi Pinna, 62 anni, unico superstite della strage
di Sannai avvenuta in Sardegna nel 1991 in cui furono uccisi 3
pastori e per il quale sta scontando la pena dell'ergastolo
Zuncheddu, che si è proclamato sempre innocente. Le
dichiarazioni sono state fatte nell'ambito del processo di
revisione in corso davanti ai giudici della Corte d'Appello di
Roma.
Zuncheddu, 59 anni, è in carcere da 33 anni. "Ho sbagliato a
dare ascolto alla persona sbagliata", ha aggiunto il teste
chiave in aula, che poi ha aggiunto: "penso che quel giorno a
sparare furono più persone, non solo una. Con un solo fucile non
puoi fare una cosa del genere". Il superstite, contraddicendosi
varie volte, ha poi sottolineato che il killer "aveva il volto
travisato da una calza". Una testimonianza carica di emozione
tanto che in varie occasioni
Pinna ha detto: "non ce la faccio più, sto impazzendo, vorrei
morire. In questi anni sono stato minacciato varie volte".
In occasione dell'udienza, fuori dal tribunale di Roma c'è
stato un sit in con la partecipazione dei familiari e di alcuni
militanti del partito Radicale. "Chi sa deve parlare - aveva
detto la sorella Augusta - Beniamino non c'entra niente con
questa storia, è innocente. Lotterò fino all'ultimo respiro per
ottenere la sua scarcerazione".
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