Un duello tra regine apre la
Grande Prosa del Cedac a Cagliari: Laura Marinoni ed Elisabetta
Pozzi sono le protagoniste di Maria Stuarda di Friedrich
Schiller. Lo spettacolo è in cartellone dal 29 novembre al 3
dicembre al Teatro Massimo nella messinscena firmata da Davide
Livermore.
Le due celebri attrici, grandi interpreti del teatro
italiano, si alternano nei ruoli di Elisabetta d'Inghilterra e
Maria, sovrana di Scozia, imprigionata per 19 anni dalla cugina
e rivale e infine messa a morte con l'accusa di tradimento,
entrambe vestite da Dolce & Gabbana.
Con loro un'affiatata compagnia formata da Gaia Aprea, Linda
Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi e Sax
Nicosia, oltre alla cantautrice Giua, autrice delle musiche
insieme con Mario Conte. "Elisabetta e Maria sono due facce del
potere e del femminile - dice all'ANSA Elisabetta Pozzi - sono
due grandi regine, una sul trono, l'altra già da tempo
prigioniera, messa in catene dalla rivale e si riflettono l'una
nell'altra. Elisabetta ha rinunciato a sposarsi, scegliendo il
potere, è una donna in bilico tra il dovere e l'amore e dopo la
morte di Maria alla fine si spacca. Maria ha un fascino
straordinario, è una donna bellissima, molto colta, ha già avuto
tre mariti e cede costantemente alla tentazione".
Maria Stuarda alla fine risulterà vincitrice: alla morte di
Elisabetta, salirà sul trono d'Inghilterra Giacomo, figlio della
rivale. "La mia Maria e la mia Elisabetta sono nate
contemporaneamente - racconta Laura Marinoni - sono due figure
femminili molto ambigue, Elisabetta è una donna tormentata,
piena di ombre e ironia, voleva essere ricordata come la regina
vergine. Maria è una grande seduttrice, dotata di cultura e
fascino, cresciuta in Francia: la immagino una creatura più
spirituale, ha dovuto tuffarsi nella sua fede per poter vivere
in carcere, anche pensando di essere ricordata per sempre come
una specie di santa".
Nel meccanismo immaginato da Livermore, ogni sera una piuma
decide quale ruolo interpreteranno le due attrici: "è
un'esperienza meravigliosa, che avevo già sperimentata con
Maddalena Crippa ne "L'attesa - dice ancora Pozzi - ti mette in
una tensione speciale, è come guardare te stessa nell'altra: per
me è una scommessa, una sfida, un divertimento straordinario".
Per Marinoni "lo spettacolo è un continuo travaso di emozioni, e
un grande esercizio di stile: è un po' come essere sull'orlo di
un precipizio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA