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Sciopero generale, la protesta delle donne sarde

Sciopero generale, la protesta delle donne sarde

In piazza anche i candidati Renato Soru e Alessandra Todde

CAGLIARI, 27 novembre 2023, 18:59

di Marzia Piga

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Pensionati, lavoratori dipendenti, disoccupati, stagionali e tantissime donne. È il popolo che hanno radunato in piazza questa mattina a Cagliari la Cgil e la Uil in occasione dello sciopero generale di quattro ore proclamato per oggi a livello nazionale, con la partecipazione del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Arrivano da tutta la Sardegna i circa seimila partecipanti al corteo partito da viale Trento, sotto la sede della Regione, e arrivato fino a piazza del Carmine, dove sul palco si sono alternati gli interventi dei vertici territoriali e di settore delle due organizzazioni.

"La Sardegna oggi è in piazza per scioperare contro la manovra economica del governo Meloni-Salvini, per farla cambiare - tuona il segretario regionale Fausto Durante -, per politiche nuove e diverse su fisco, sanità, infrastrutture, lavoro, salari e diritti delle persone". Arrivano da tutta l'Isola e folta è la rappresentanza dal Sulcis-Iglesiente, piegato dalle vertenze industriali. Come Maria Laura Mocci e Susanna Sanna, lavoratrici precarie del turismo: "L'unica realtà solida nel nostro territorio era l'industria - dicono - ma ormai si stanno portando le lavorazioni all'estero. Al nostro settore non arriva nulla. Chiediamo più attenzione, poi, per il lavoro delle donne".

In piazza oggi le donne sono presenti anche per rivendicare tutele e una condizione che consenta l'indipendenza economica e l'emancipazione. "Sono in piazza perché sono stufa di disperarmi quando penso al mio futuro in Italia - dice Marianna Medda, 24 anni, della provincia di Cagliari -, vorrei farmi una famiglia in Italia per dare ai miei figli tutto quello di cui hanno bisogno, mi piacerebbe che i miei figli possano nascere e crescere in Sardegna. Non vorrei dover dipendere da un uomo o dalla mia famiglia e poter vivere una vita normale".

Dalla giovane disoccupata allo sguardo dell'81enne Anna Noli, arrivata da Orgosolo in autobus a Cagliari per manifestare: "Sono una pensionata agricola, sono qui per solidarietà, per tutte le categorie, per noi e per i nostri figli e nipoti". Anna manifestò nel 1969 a Pratobello: "Prima si scendeva in piazza più spesso, ci si impegnava di più", racconta seduta sotto la statua della Madonna accanto a Renato Soru, arrivato anche lui in piazza. "Mi raccomando, datevi da fare", gli sottolinea. In piazza del Carmine arriva anche la candidata Pd-M5S Alessandra Todde e numerosi consiglieri regionali di opposizione.

A chiudere gli interventi dal palco il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini, che insiste sulla riforma del Fisco: "Serve la costruzione di un nuovo patto di cittadinanza, le risorse vanno prese dall'evasione fiscale, sono lì le risorse - ha rimarcato -, in questa legge di bilancio si sono inventati la forma del concordato preventivo per i lavoratori autonomi, è diverso dal principio di progressività previsto dalla Costituzione".

SEIMILA IN CORTEO CON CGIL E UIL - "Oggi siamo in piazza per dire basta a una situazione in cui si alternano i governi ma la situazione non cambia, la gente continua a essere disoccupata e continuiamo ad avere una povertà allarmante". Lo ha sottolineato la segretaria regionale della Uil, Francesca Ticca, durante il corteo a Cagliari, partito da viale Trento e che durante il tragitto fino a piazza del Carmine ha raccolto circa seimila persone nel giorno dello sciopero generale in Sardegna.

"Non si può parlare di politiche attive per il lavoro, di ripresa economica reale e concreta, di qualità di vita diversa delle persone - ha precisato Ticca - se non riparte il sistema industriale, che deve ripartire pensando che la Sardegna deve avere pari opportunità rispetto alle altre regioni italiane". Assente la Cisl: "Speriamo che capiscano in fretta, dopo la manifestazione di qualche giorno fa, che la Uil e la Cgil sono dalla parte giusta, abbiamo necessità di rimettere insieme, in Sardegna in particolare, l'unità sindacale", ha precisato la segretaria. "Rispettiamo una scelta legittima - ha aggiunto il segretario organizzativo nazionale della Uil Emanuele Ronzoni -, ma pensiamo che in questo momento ci sia bisogno di sentire la nostra voce, se non lo facciamo ora quando si può scioperare. Speriamo che il dialogo vada avanti e si possa ricucire".

LANDINI, PRECETTAZIONE E' ATTACCO A LIBERTA' DELLE PERSONE - "Abbiamo impugnato con la Uil il provvedimento di precettazione perché è un fatto autoritario e antidemocratico, non è mai successo nella storia democratica di questo Paese che un governo pensi di poter ledere il diritto di sciopero, che non è delle organizzazioni sindacali ma delle singole persone, attaccarlo vuol dire limitare la libertà delle persone". Lo ha ribadito il leader della Cgil Maurizio Landini, a Cagliari in occasione del corteo e dello sciopero di quattro ore che coinvolge l'intera Sardegna, nell'ambito della mobilitazione in tutta Italia contro la manovra del governo.

"Siamo qui per cambiare la legge finanziaria del governo che è sbagliata e per cambiare le politiche insufficienti ad affrontare i temi fondamentali: l'aumento dei salari, gli investimenti sulla sanità pubblica, il superamento della precarietà nel lavoro e la riforma delle pensioni con quella fiscale. Abbiamo bisogno di fare investimenti per creare lavoro per evitare che i nostri giovani se ne vadano dal paese". Ha risposto così ai giornalisti il segretario della Cgil Maurizio Landini a Cagliari per il corteo partito da viale Trento. "Riguardo alle riforme fiscali, bisogna andare a prendere i soldi dove sono - ha aggiunto il leader della Cgil -, combattere l'evasione fiscale, far pagare le tasse a chi non le paga, tassare le rendite finanziarie e immobiliari e smetterla di tassare i lavoratori dipendenti e fare cassa su di loro". "Si rimetta al centro a ogni livello, sia regionale che nazionale, la persona e il lavoro - ha incalzato -. Il livello di precarietà e sfruttamento sul lavoro non è accettabile. Il senso delle giornate di mobilitazione è questo: è il momento di ascoltare chi lavora, chi paga le tasse e tiene in piedi questo paese".

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