E' stato condannato a 21 anni di
reclusione Giorgio Meneghel, il 54enne reo confesso
dell'omicidio della moglie, Daniela Cadeddu, 51 anni, con la
quale viveva da separato in casa in uno stabile di via Roma a
Zeddiani, nell'Oristanese.
I giudici della Corte d'Assise di Cagliari hanno ritenuto
equivalenti le attenuanti e le aggravanti infliggendo tre anni
in meno rispetto alla condanna a 24 anni sollecitata dalla pm di
Oristano Sara Ghiani. Il femminicidio risale al 5 febbraio del
2022: la donna venne uccisa nel sonno a martellate con almeno
due colpi fatali. Dopo l'uccisione della consorte fu lo stesso
Meneghel a chiamare il 112, confessando il delitto e attendendo
l'arrivo dei carabinieri ai quali fece trovare anche l'arma.
A novembre dello scorso anno il 54enne era stato rinviato a
giudizio dopo che una perizia psichiatrica aveva stabilito che
era capace di intendere e volere al momento di compiere il
delitto. Meneghel, difeso dall'avvocata Francesca Accardi, non
ha mai fornito un vero e proprio movente dell'omicidio, ma si
sarebbe difeso dicendo che quel gesto era "l'unica via d'uscita"
dai problemi economici e di salute suoi e della moglie. Un peso
che non riusciva più a sopportare.
Questa mattina l'udienza è iniziata alle 11 e si è subito
fermata con la Corte che si è ritirata in camera di consiglio.
Dopo poco meno di 2 ore è arrivata la sentenza. Per tutto il
tempo Meneghel, presente in aula come nelle precedenti udienze,
è rimasto impassibile. Solo alla lettura della sentenza è
apparso sorpreso probabilmente per lo sconto di pena di tre
anni.
"La Corte - ha sottolineato l'avvocata Accardi - ha compreso
il contesto di sofferenza e disagio in cui un fatto così
terribile è maturato". Le motivazioni della sentenza saranno
depositate entro 90 giorni.
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