"Il 20 ottobre scorso ho
formalmente scritto alla Procura di Oristano per chiedere
nell'interesse del carcere in primis e per chiarire ogni dubbio
con la famiglia di Stefano Dal Corso se non si ritenesse urgente
e opportuno disporre l'autopsia. Alla luce di quanto sta
emergendo appare ancora più importante procedere con l'esame
autoptico, l'unico scientificamente in grado di stabilire come
siano andate le cause del decesso".
Così in una nota la Garante regionale delle persone private
della libertà personale in Sardegna, Irene Testa, dopo le
rivelazione di un supertestimone secondo il quale Stefano Dal
Corso, 42 anni, romano, trovato morto nella sua cella nel
carcere di Massima, alle porte di Oristano, il 12 ottobre del
2022, sarebbe stato ucciso perchè avrebbe sorpreso due agenti
penitenziari durante un rapporto sessuale.
L'avvocata che assiste la famiglia, Armida Decina, aveva
ottenuto a settembre la riapertura dell'inchiesta, archiviata
inizialmente come suicidio. Per otto volte la legale ha chiesto
che venisse svolta l'autopsia, ma la Procura di Oristano l'ha
sempre negata. Secondo il racconto del superteste, un agente
della polizia penitenziaria, registrato dalla sorella di Stefano
e consegnato alla Procura dall'avvocata Decina, il 42anne
sarebbe stato picchiato a sangue da cinque agenti, colpito con
due manganellate e poi con una sprangata gli avrebbero rotto
l'osso del collo per simulare l'impiccagione.
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