"Non sono candidato, non sono io
a dovermi candidare, ma sono candidabile", ironizza così il
presidente della Regione Christian Solinas durante la sua
conferenza stampa di fine anno, e di fine legislatura,
rispondendo alle domande sulla imminente scelta del nome che
correrà per il centrodestra alle Regionali del 25 febbraio.
Per il governatore la continuità di governo non deve essere
messa in discussione nella maggioranza: "Credo che l'insieme
delle cose fatte in questi cinque anni e dei progetti avviati
debbano seguire la prassi consolidata di una continuità di
governo - sottolinea dopo aver elencato in oltre un'ora di
incontro con la stampa i risultati dell'operato della sua giunta
-, ci sono interlocuzioni nel centrodestra, ma chi rivendica un
cambio e una discontinuità deve essere pronto ad assumersene la
responsabilità". Non troppo velato il riferimento a Fdi, che
punta su Paolo Truzzu per la guida della coalizione: "Richiedere
un cambio, che non avrebbe precedenti in letteratura e che è
ispirato solo a una logica spartitoria - precisa - serve solo a
mettere una bandierina in più su una Regione in una logica
nazionale". "Lo dico da sardista - ribadisce -, non sono
d'accordo che si utilizzi la Sardegna per riequilibrare
questioni nazionali".
E se anche la coalizione di centrodestra, che potrebbe
riunirsi tra qualche giorno per la decisione definitiva, dovesse
scegliere Paolo Truzzu, "sarebbe il candidato di Fdi, non
dell'intera coalizione", precisa Solinas, e "a quel punto
ciascun partito potrebbe fare le proprie scelte". Scelte che
potrebbero significare anche presentarsi da soli, con la Lega
alleato imprescindibile: "Con la Lega siamo andati tante volte
da soli, ma non credo che saremmo soli", rimarca, per poi
smorzare "non credo che si arriverà a una cosa del genere".
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