Tutti a Roma si affrettano a ribadire che no, i guai giudiziari di Christian Solinas non c'entrano con la politica, le candidature e il risico delle regionali. Ma di fatto con il sequestro di beni e gli sviluppi dell'inchiesta, partita nel 2022, il braccio di ferro tra il presidente uscente della Regione e Paolo Truzzu (Fdi) viene archiviato, dalla Lega in particolare, spostando il faro sulla compatezza della coalizione.
"Per me l'unità del centrodestra, della coalizione che hanno votato gli italiani, viene prima di logiche di partito o personali", ha detto Matteo Salvini che poi sulla vicenda giudiziaria di Solinas ha precisato: "Io sono a processo e rischio quindici anni di carcere perché ho bloccato gli sbarchi. Ma se la politica va al tempo che una certa magistratura vorrebbe, smette di far politica".
Nell'Isola però la questione resta aperta per il Partito sardo d'Azione: è il vice segretario Quirico Sanna a definire il provvedimento dei giudici di Cagliari "un danno grave alla persona e al partito che Solinas rappresenta, in un momento in cui si stanno definendo candidature a consigliere e a presidente". I sardisti sono al lavoro per chiudere le liste e in procinto, questo pomeriggio a Oristano con il consiglio nazionale, di sciogliere la riserva sulla linea da tenere: rientrare con la coalizione di centrodestra o l'alternativa della corsa solitaria, che però non è nel dna dei Quattro mori che hanno sempre stretto alleanze programmatiche per il Consiglio regionale.
L'inchiesta però potrebbe rovinare i piani B per il futuro del presidente uscente, per il quale si stavano ipotizzando contropartite come la candidatura alle Europee, a rischio proprio per l'indagine, o qualche posto di sottogoverno. E se in questo caso la scelta di metter da parte Solinas non è (del tutto) legata all'inchiesta, in Sardegna un precedente simile ci fu nel 2014. Allora per il centrosinistra correva Francesca Barracciu, europarlamentare Pd e vincitrice delle primarie per la scalata alla presidenza, ma nel frattempo fu indagata per peculato nell'inchiesta sulle spese pazze legate ai fondi destinati ai gruppi consiliari regionali. Si ritirò con una decisione sofferta poco prima delle scadenze per la presentazione delle candidature e al suo posto fu lanciato l'economista Francesco Pigliaru, che poi vinse le elezioni.
Dal campo avversario la candidata M5s-Pd Alessandra Todde non rincara la dose sul provvedimento, "l'ambito giudiziario deve rimanere tale e non entrare nel dibattito politico", ma approfitta comunque per attaccare la maggioranza uscente e il suo capo: "Il mio riscontro è su come ha governato la Sardegna, per come ha trattato i sardi e per come sta lasciando la nostra terra: in totale declino".
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