"L'assenza di politica e di
motivazioni politiche nelle iniziative finalizzate a cancellare
la guida sardista della coalizione di governo dell'Isola fa
emergere in maniera ancor più marcata l'insostituibilità della
politica sardista e l'unicità della nostra proposta
programmatica, dei nostri valori e della nostra correttezza e
lealtà. Il caso Sardegna non è per caso, è un inequivocabile
deficit di democrazia e sardismo che ci dice quanto ancora c'è
bisogno del glorioso Psd'Az per tutelare i diritti dei sardi".
Antonio Moro, presidente del partito, ha introdotto così la
riunione, ancora in corso all'hotel Sa Rodia di Oristano, del
Consiglio nazionale sardista chiamato a decidere che linea
tenere per le regionali del 25 febbraio: rientrare nella
coalizione di centrodestra che i sardisti hanno guidato per
cinque anni o l'alternativa della corsa solitaria. Il
ringraziamento e la solidarietà a Solinas arriva con un lungo
applauso e una standing ovation, poi le sue parole hanno
ripercorso i risultati ottenuti nella legislatura che si sta
concludendo. Una legislatura a guida sardista dopo quasi
quarant'anni dalla prima esperienza dei Quattro mori alla guida
della Sardegna, con il primo presidente sardista e autonomista
Mario Melis.
Un'esperienza che Solinas non vuole sprecare, e per cui è
"disposto al sacrificio della sua persona" pur di portare avanti
il progetto politico iniziato cinque anni fa. Il dibattito
prosegue con gli interventi dei componenti del consiglio in
attesa di una scelta finale.
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