Ottocentotrentamila sardi, il
50,3% della popolazione, nel 2023 ha usato costantemente la rete
per effettuare acquisti on line. Nel 2022 erano 648mila (il
40,5%) mentre solo 6 anni fa, nel 2018, erano solo 285mila gli
isolani che acquistavano sul web.
Numeri importanti che mettono l'Isola al 12/o posto della
classifica nazionale sull'uso di internet per fare le compere.
Dall'analisi delle imprese sarde che vendono on line e
offrono servizi digitali, (dati del 2022), emerge come in testa
ci sia sempre il Trentino con il 25,9 %. Al secondo posto c'è la
Sicilia (23,3%), al terzo la Sardegna (22,4%). Nonostante i
buoni numeri sardi, dal dossier di Confartigianato emergono
anche le criticità segnalate dalle aziende. Ovvero costi
connessi all'avvio dell'e-commerce superiori ai benefici attesi.
Inoltre, in un caso su dieci, pesa la logistica (10,8%), il
quadro legislativo di riferimento (10,3%) e i problemi dei
pagamenti online (9,1%).
Dall'analisi emerge come i sardi per il 62% comprino
abbigliamento e scarpe, per il 28% articoli per la casa, per il
23% pc e cellulari, per il 22% film, per il 21% libri, riviste e
giornali cartacei, per il 20% cosmetici, per il 18% articoli
sportivi, per il 17% pasti e cibo dalle rivendite di prossimità,
per il 16% farmaci, per il 15% abbonamenti internet, per il 14%
giocatoli e articoli per l'infanzia, per il 13% musica, per il
12% biglietti per i concerti, per il 9% tv, stereo e macchine
fotografiche, per l'8% articoli per la pulizia della casa, per
il 7% software, sempre per il 7% cibo e prodotti alimentari
pronti con consegna a domicilio, 6% giochi on line e 5% ebook e
giornali on line.
"Se da una parte abbiamo buoni numeri su coloro che
acquistano on line, è ancora bassa la percentuale delle aziende
isolane che vendono prodotti e servizi in rete - commenta Fabio
Mereu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - per
questo dobbiamo impegnarci a stimolare le piccole imprese,
soprattutto quelle artigiane, ad adeguare la propria attività di
vendita. In ogni caso - prosegue - stiamo notando che le realtà
più piccole, pur a fronte di un ritardo rispetto alla
performance digitale dei competitor di grandi dimensioni, ha
voglia di cogliere le opportunità delle trasformazioni dei
canali di vendita indotte dalla tecnologia".
Secondo le recenti evidenze del sistema Excelsior di
Unioncamere-Anpal, nel 2023 il 78,5% delle piccole imprese sarde
che ha effettuato investimenti per la trasformazione digitale,
il 51% adottando piani integrati di investimenti nel digitale
(investimenti i elevata importanza in due o più ambiti), il
23,7% investendo in un solo ambito del digitale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA