Bitti, patria del canto a tenore,
renderà omaggio al celebre maestro di launeddas, Aurelio Porcu,
con la proiezione della prima italiana della pellicola "Aurelio
Porcu. Su maistu de sa musica sarda", il primo film in limba a
lui dedicato. L'appuntamento è per venerdì 26 gennario alle 20
al cinema Ariston dove verrà presentato il documentario diretto
da Rosalie Schweizer e ideato e prodotto da Dante Olianas per
l'associazione Iscandula e per Rs Filmproduction.
Porcu, nato a Villaputzu nel 1914 e morto nel 2007, ha
imparato a suonare le launeddas quando giovanissimo faceva il
pastore e nella sua vita ha studiato la materia e si è prodotto
in numerose esibizioni in tutta l'Isola, uscendo poi dal
contesto locale nei suoi incontri con altri musicisti di fama
internazionale in particolare del jazz: da Ornette Coleman e Don
Cherry al famoso tablista indiano Badal Roy, con il quale
improvvisa un celebre duetto, inserito nella pellicola.
Il documentario nasce nel 1991 sulla scia dei lavori
realizzati dall'antropologo danese Andreas Fridolin Weis
Bentzon, di cui Aurelio Porcu è stato informatore. Cinquantadue
minuti di film girato in bianco e nero dal quale emergono lo
spessore artistico e l'eccezionale versatilità del maestro. Nel
film confluiscono alcune preziose scene girate a Villaputzu da
Bentzon nel 1962, ora conservate al Danish Film Institute di
Copenaghen e presso l'Archivio Iscandula. L'opera è stata
premiata con l'oscar Goose fat nel 1992 al festival di Sandbjerg
in Danimarca e ha vinto il secondo premio al German
International Ethnographic Film Festival di Gottinga, in
Germania, nel 1993.
Dopo la proiezione a Bitti interverranno l'artista Diego
Asproni, Dante Olianas, Daniele Cossellu, fondatore del gruppo a
tenore Remunnu 'e Locu di Bitti e, in videocollegamento, Peter
Ian Crawford, professore di Antropologia visuale all'università
di Norway in Norvegia. E non poteva mancare per l'occasione
l'esibizione dal vivo del quartetto dei Remunnu 'e Locu. La
serata è organizzata dal comune di Bitti con la collabrazione
del ministero della Cultura, della Regione, della Fondazione di
Sardegna e della Fondazione Sardegna Film Commission.
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