La Procura di Sassari vuole
vederci chiaro prima dell'avvio del processo d'appello contro 22
imputati assolti in primo grado dall'accusa di apologia del
fascismo per aver fatto il saluto romano sul sagrato della
chiesa di San Giuseppe, a Sassari, davanti al feretro del
docente universitario Giampiero Todini, il 2 settembre 2018, a
margine del funerale.
Assoluzione del luglio 2021 contro cui il pm Paolo Piras ha
fatto ricorso in Corte d'appello, e ha chiesto ora un rinvio
dell'apertura del procedimento nell'attesa delle motivazioni di
una sentenza della Cassazione su un processo simile. I giudici
della Suprema corte hanno annullato la sentenza della Corte
d'appello di Milano con cui 8 imputati che avevano fatto il
saluto romano durante un corteo per la commemorazione di Sergio
Ramelli, assolti in primo grado, erano stati poi condannati nel
secondo grado di giudizio per violazione della legge Mancino
contro le ideologie discriminatorie.
La Cassazione ha annullato quella sentenza rimandando alla
Corte d'appello per un nuovo processo, riqualificando il capo di
imputazione come violazione dell'articolo 5 della legge Scelba,
che punisce "chiunque con parole, gesti o in qualunque altro
modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto
partito fascista".
Il Tribunale di Sassari aveva invece assolto i 22 imputati,
esponenti di Casa Pound, "perché il fatto non sussiste",
considerando in questo caso il saluto romano come un gesto che
esaudiva il desiderio espresso dal defunto prima di morire, e
non come l'intento di magnificare il partito fascista.
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