"Con la motivazione delle
restrizioni si è impedito ai familiari di essere accanto al
proprio cari, di tenergli la mano". Dalle voci dei parenti delle
vittime dello stato di emergenza Covid 19 affiorano paura,
sconforto, sconcerto e "un lutto oscuro e profondo" da elaborare
tra tanti interrogativi.
Le loro testimonianze costruiscono la trama del docufilm "La
morte negata", diretto dal regista e filmaker Alessandro Amori
per Playmastemovie, casa di produzione e progetto benefit
indipendente, dal 2020 anche piattaforma online dove si rendono
disponibili le produzioni.
Domenica 28 gennaio, alle 18, sarà proiettato a Dorgali al
Centro Culturale Bachisio Fancello. Seguirà un dibattito aperto
al pubblico, occasione per poter confrontarsi e raccontare le
proprie testimonianze.
Organizza l'evento sardo, a titolo volontario, "Libertà e
Diritti Dorgali". L'ingresso è a offerta libera.
"Un film che mette in luce uno tra i più drammatici aspetti
della pandemia, le tante persone decedute in ospedale nella
solitudine senza il conforto dei propri cari. Sì entrava in
ospedale anche per cause banali e dopo il tampone positivo si
perdevano le tracce dei propri cari - sottolinea Amori
nell'illustrare i contenuti del docufilm - un documentario dallo
stile asciutto, che poco concede alle facili emozioni".
"Ho mio padre in ospedale per Covid, ho capito cosa sta
accadendo...Io ho perso mia mamma l'anno scorso, adesso capisco
come sono andate davvero le cose…", racconta un altro familiare.
"Il film - conclude il regista - sta facendo il giro delle
sale di tutta Italia dando risposte, seppur drammatiche, a
tante, troppe domande".
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