Un esercizio commerciale nel centro
storico di Olbia gestito da un cittadino straniero, un tentativo
di rapina con una scacciacani e due minorenni probabilmente
coinvolti nel reato: sono questi gli elementi che stanno
emergendo dalle indagini dei Carabinieri di Olbia e della
Polizia di Stato, al lavoro per ricostruire quanto accaduto la
sera del 25 gennaio, quando due amici di 15 e 17 anni hanno
fatto perdere le loro tracce per nove giorni.
I due ragazzi, rintracciati all'interno di una chiesta
sconsacrata nelle campagne di Olbia la sera di sabato 3
febbraio, dopo essere stati portati in commissariato e aver
riabbracciato i propri familiari, si trovano adesso in centro di
prima accoglienza, così come disposto dalla Procura dei minori
di Sassari. Già domani potrebbero essere sentiti dal magistrato
competente.
I due sono sospettati di aver tentato di rapinare il titolare
di un negozio nel centro storico di Olbia, minacciandolo con una
pistola scacciacani. L'uomo, originario del Bangladesh, non
aveva denunciato subito il fatto alle forze dell'ordine, ma lo
avava raccontato solo dopo essere stato convocato in
commissariato. Da lì in poi le indagini hanno imboccato una
pista precisa, quella dell'allontamento volontario e di un
possibile legame con il tentativo di rapina.
Per risalire al nascondiglio dei due adolescenti, carabinieri
e polizia hanno seguito i movimenti dei loro amici, che li
avevano coperti e aiutati portando acqua e cibo durante i giorni
della scomparsa. Per oltre una settimana, incessanti sono state
le ricerche e gli appelli da parte dei familiari dei ragazzi,
anche attraverso la trasmissione di Rai3 Chi l'ha visto. La
città di Olbia è stata tappezzata con le foto dei due ragazzi e
la richiesta di aiuto. Adesso che sono stati ritrovati in buono
stato di salute, dovranno rispondere dell'accusa di tentata
rapina.
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