Ritorno al lavoro in anticipo per
il Cagliari. Oggi e non domani perché dopo la sconfitta con la
Lazio, la quarta consecutiva, inizia una nuova vita. Tutta da
valutare l'ipotesi di un ritiro, eventualmente non lungo, prima
della partenza in Friuli. Bisogna fare in fretta. Le parole del
presidente Tommaso Giulini subito dopo la gara persa tre a uno
alla Domus sono più un'ordine che un'indicazione: tutto quello
che era stato concesso prima, ora non vale più. Perché in ballo
c'è la salvezza. Sui rapporti tra squadra e tecnico vale il
discorso di Ranieri ai giocatori nello spogliatoio della Domus.
Il senso era chiarissimo: se il problema sono io - questo
avrebbe detto il mister - ditemelo e mi faccio da parte. Ma la
squadra ha in qualche modo riconosciuto che il problema non è la
guida tecnica. Una sorta di patto che ora deve durare sino alla
fine del campionato. E Udine è la prima tappa. Fondamentale per
come si sono messe le cose in classifica: il Cagliari ora è
penultimo. Solo, perché il Verona ha pareggiato e l'Empoli ha
vinto. La squadra di Ranieri domenica ha la possibilità di
coinvolgere completamente l'Udinese nella lotta salvezza non
lasciandola scappare. Abbordabili tutti i posti, sino al Lecce,
a sei punti di distanza: molto, ma non un gap incolmabile. In
mezzo ci sono anche Frosinone (a 5 punti), Empoli (3), Sassuolo
(2 ma deve recuperare una gara) e Verona (1). E naturalmente
l'Udinese, l'avversaria di domenica: è il primo vero scontro
salvezza da non perdere assolutamente. Ranieri dovrà fare
ricorso a tutte le energie mentali e fisiche della squadra:
scegliendo gara per gara gli uomini giusti in base anche (e
soprattutto) alla voglia di crederci e al carattere. Ora la
prova della verità: anche le parole di Giulini sul rendimento di
gran parte della squadra vanno intese non come una bocciatura.
Ma come un invito a tirare fuori tutto quello che si ha. Ranieri
potrebbe recuperare Sulemana: servono alla squadra la corsa e la
voglia dell'ex Verona.
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