"A pochi giorni dalle elezioni,
centrodestra e campo largo chiamano i leader in soccorso.
Vengono da Roma a dirci chi votare, chi sarebbe meglio scegliere
per la Sardegna. E vengono a dircelo quelli che hanno nominato i
candidati, i loro governatori, i loro viceré". Lo afferma Renato
Soru, candidato per la Coalizione sarda alle regionali del 25
febbraio.
"Da una parte - osserva il fondatore di Tiscali - la
presidente del Consiglio arriva a cercare di colmare il vuoto di
idee di Paolo Truzzu, quello che a Cagliari si farà vedere solo
protetto da Meloni dopo i disastri combinati alla guida del
capoluogo. Dall'altra, i vertici di Pd e 5 Stelle fanno finta di
andare ancora d'accordo e propongono il solito copione del 'voto
utile' con cui, in un ultimo scatto disperato, tentano di
manipolare elettrici ed elettori sardi. E condiscono questa
litania con sondaggi taroccati o inventati per l'occasione,
sicuri che i sardi abbiano l'anello al naso. E poi ci siamo noi,
bollati come terzo incomodo dall'informazione. Noi che siamo
andati in tutta la Sardegna - prosegue Soru - per incontrare i
cittadini e costruire insieme il progetto in decine e decine di
incontri partecipati, stimolanti, ricchi di idee. Noi che
abbiamo raccolto in un'aggregazione nuova partiti nazionali, di
ispirazione sarda, sardista, autonomista e indipendentista. Che
non abbiamo il favore dei giornali nazionali, ma abbiamo testa,
cuore e gambe in Sardegna. Noi che pensiamo agli esclusivi
interessi della Sardegna e non al posizionamento per le Europee.
Noi che siamo più di quanto stanno cercando di farci credere,
più delle scelte fatte da altri per la nostra terra, che siamo
una comunità che prende in mano il proprio destino. Abbiamo
forza per rappresentarci da soli, mai più sotto nessuno, nemmeno
sotto la politica italiana".
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