Appello di Legambiente, Wwf
Greenpeace e Kyoto Club ai candidati alla presidenza della
Regione Sardegna: niente metano, è l'ora delle rinnovabili.
La strada da percorrere per la transizione ecologica?
"Chiudere in pochi anni - spiegano le associazioni ecologiste -
le centrali termoelettriche a carbone e da derivati del petrolio
e contrastare allo stesso tempo qualsiasi progetto di nuove
infrastrutture a gas naturale. Occorre respingere con decisione
la obsoleta proposta di una inutile dorsale del gas fortemente
impattante. Il progetto di metanizzazione proposto nel 2015, con
il Patto per la Sardegna, è fallito perché era già allora
antistorico".
La soluzione? "É necessario - continuano gli ambientalisti -
mettere in atto un'azione convinta per la promozione delle
rinnovabili attivando il protagonismo delle comunità locali con
un innovativo sviluppo ambientale, sociale ed economico. La
Sardegna si trova nelle condizioni ideali per costituire un vero
e proprio laboratorio per la transizione energetica puntando a
diventare la prima isola verde, libera da fonti fossili, e luogo
nel quale si sperimentano e definiscono le buone pratiche
dell'Agenda 2030 e del Green Deal europeo".
Vento ed elettrodotto. "Si individuino e sviluppino -
insistono le associazioni - un adeguato numero di progetti di
impianti eolici offshore intorno ai mari della Sardegna
garantendo la massima compatibilità ambientale con l'ecosistema
marino e il maggior livello di integrazione nella pianificazione
dello spazio marittimo. Occorre accelerare l'iter autorizzativo
per la realizzazione dell'elettrodotto T LINK Sardegna - Sicilia
- Continente della potenzialità di 1.000 MW, che appare sempre
più fondamentale per accelerare il Phase-Out del Carbone, e
potenziare la continuità energetica con il continente, favorire
lo sviluppo delle FER, rafforzare la sicurezza della rete
nazionale e facilitare l'esportazione e l'importazione dalla
Sardegna di energia elettrica".
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