Dopo cinque mesi di
rallentamento, a dicembre gli appalti in Sardegna hanno
registrato una forte accelerazione che, insieme alla performance
della prima metà dell'anno ha portato il mercato dei lavori
pubblici a livelli eccezionali della spesa. Più incerta la
dinamica della domanda, con le stazioni appaltanti che nella
seconda metà dell'anno hanno sensibilmente ridotto la loro
attività. È quanto attesta l'ultimo report del Centro Studi
della Cna Sardegna. In base al rapporto dell'associazione
artigiana il 2023 si chiude con un valore dei lavori a base di
gara pari a più di 2,4 miliardi di euro concentrati in 766
appalti, quantità che rappresentano rispettivamente una crescita
del 38% e una contrazione del 5,7% rispetto al 2022.
Il 2023 rappresenta quindi gli effetti dei principali fattori
che stanno caratterizzando il mercato degli appalti: da un lato
la disponibilità di risorse eccezionali, per non perdere le
quali le Stazioni Appaltanti devono rispettare tempistiche
stringenti, dall'altro l'entrata in vigore, lo scorso luglio,
del nuovo codice degli appalti, con i quasi inevitabili tempi di
adattamento alle nuove regole da parte dei committenti pubblici.
"Il quadro generale rimane molto positivo per le opportunità di
spesa - commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia,
rispettivamente segretario della Cna Sardegna e presidente di
Cna Costruzioni - ma il rallentamento della domanda nella
seconda metà dell'anno rappresenta un segnale di allarme che,
sebbene sia da leggere, almeno in parte, come un effetto del
necessario adeguamento delle stazioni appaltanti alle novità
introdotte dal nuovo codice degli appalti (si pensi in
particolare alla qualificazione, richiesta per poter appaltare
opere pubbliche di importo superiore a 500mila euro, e per
acquistare beni e servizi sopra i 140 mila euro, senza la quale
non viene rilasciato il CIG), si aggiunge ad altre incognite. Si
pensi ad alcuni nodi critici attualmente esistenti, come
l'effettiva sostenibilità di progetti definiti in base a
prezziari ben più bassi rispetto a quelli attuali, la difficoltà
di reperimento di materiali e manodopera, la complessità
attuativa dei progetti del Pnrr, con il carico della serrata
tempistica prevista per non perdere le eccezionali opportunità
di finanziamento), ma soprattutto alle incognite per un
imminente futuro in cui le condizione di accesso al credito si
irrigidiscono rapidamente, i contenziosi con le imprese
aumentano e le risorse disponibili, inevitabilmente, tenderanno
a ridursi".
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