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Orrori della guerra in una provocatoria performance artistica

Orrori della guerra in una provocatoria performance artistica

Nicola Mette accende di nuovo i riflettori sulla violenza

CAGLIARI, 23 febbraio 2024, 17:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una bambola intrisa di sangue, massacrata con una mazzetta, come simbolo di vulnerabilità e innocenza perdute nel caos bellico. Un'immagine forte sulla scena che rievoca le persistenti violenze nel mondo contemporaneo. Con la sua cifra dissacrante e provocatoria, l'artista sardo Nicola Mette ha firmato e messo in scena negli spazi delle ex Acciaierie Lombarde Falck di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, un'altra performance-azione per accendere i riflettori sulla brutalità della guerra e commemorare le vittime dei conflitti passati e presenti.
    In "Petrificadas emoziònes - homines contra homines" l'artista mette in luce le sofferenze umane e le conseguenze irreversibili delle guerre. "L'intento è suscitare riflessioni profonde sulla violenza", spiega Mette, il quale, per sottolineare la necessità di cercare alternative alla risoluzione dei conflitti, prende a prestito le parole del presidente Mattarella: "È indispensabile fare spazio alla cultura della pace" e di Primo Levi: "Perché la memoria del male non riesce a cambiare l'umanità? A che serve la memoria?".
    La sua scelta di indossare l'uniforme durante la performance, nell'evidenziare quella che definisce "la deindividuazione e disumanizzazione degli individui all'interno delle strutture militari", nasce dall'esigenza di accentuare la distanza emotiva e l'impersonalità legate alla guerra.
    "Nei miei lavori traggo spunto dagli artisti che attraverso l'arte hanno denunciato le brutture della guerra - spiega Mette - uno su tutti Pablo Picasso con il suo Guernica, che ha catturato gli orrori della guerra civile spagnola. In questa performance ho cercato di cogliere le sofferenze scaturite dai conflitti in Ucraina, a Gaza e quelle di altre vite perse in contesti tragici". Un richiamo alla realtà contemporanea, per generare consapevolezza e promuovere un dibattito sulla violenza e sulle possibilità di costruire un mondo più pacifico.
    L'artista in queste settimane è stato protagonista di altre due performance, questa volta nell'Isola: Made in Sardinia, "una denuncia contro le esercitazioni militari e la fabbrica di armi", ricorda, e Novichok, "richiamo al gas nervino utilizzato nell'Unione sovietica contro i dissidenti".
   

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