Con lo spoglio delle schede
previsto dalle 7 di lunedì 26 febbraio, si conoscerà solo in
serata il nome del nuovo governatore della Sardegna. Cinque anni
fa la bufera sul voto: exit poll flop e risultati dopo un mese.
Nel 2019 si votò il 24 febbraio, un giorno prima delle attuali
consultazioni e non fu facile: ci volle quasi un mese per la
proclamazione ufficiale dei sessanta consiglieri regionali
eletti e del presidente della Regione.
Un'attesa infinita dovuta all'impossibilità in molti seggi
elettorali di completare lo spoglio nei tempi di legge, con la
conseguenza che le urne furono nuovamente sigillate e andarono
ad affollare i rispettivi uffici elettorali circoscrizionali per
il conteggio delle schede e la trasmissione dei verbali alla
Corte d'appello di Cagliari. Ancora a una settimana dalle
elezioni il portale ufficiale della regione riportava i
risultati di 1.806 sezioni su 1.840. L'allora presidente Gemma
Cucca potè proclamare i risultati definitivi solo il 20 marzo:
Christian Solinas vinse con 364mila voti e il 47,79% delle
preferenze su Massimo Zedda, fermo a 250mila voti e al 33%, il
candidato del M5s, che per la prima volta si presentava alle
Regionali nell'Isola, Francesco Desogus, con 85mila voti e l'11%
restò fuori dall'Aula, così come gli altri candidati Paolo
Maninchedda, Mauro Pili, Andrea Murgia e Vindice Lecis.
Ma a innervosire gli animi, durante lo spoglio del 2019, fu
il caos degli exit poll della Rai: diffusi la domenica alle 22 a
urne chiuse, indicarono fermamente un testa a testa tra Solinas
e Zedda, ma il giorno dopo il quadro si rivelò completamente
opposto. Il flop dei sondaggisti divenne un caso nazionale con
richiesta di spiegazioni ufficiali dei vertici Rai agli istituti
demoscopici.
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