Una sconfitta che brucia: circa duemila voti di differenza con la nuova presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde. Ma Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, il candidato scelto dal centrodestra per sostituire il governatore uscente Christian Solinas a Villa Devoto, dopo l'ammissione del ko ("ho chiamato stamattina Todde e le ho dato l'arrivederci in Consiglio regionale"), fa subito gioco di squadra con il suo partito, Fratelli d'Italia. E difende l'invincibilità dell'amica Giorgia Meloni. "Le ho mandato un messaggio stamattina.
Queste non sono elezioni nazionali- spiega sin dalle prime battute della conferenza stampa del dopo sconfitta - la responsabilità è mia: se ho perso di duemila voti e nella mia città lo scarto con Todde è di 13mila preferenze, il conto è presto fatto. Con qualche punto in più a Cagliari avrei vinto io". Un po' come la celebre battuta dell'Uomo Ragno: "My city, my responsibility". Mia la città, mia la responsabilità. Per Truzzu doppio addio: al sogno Regione e alla fascia tricolore di sindaco. Dopo la proclamazione degli eletti, opterà per un posto in Consiglio regionale. Il mandato in Comune sarebbe comunque scaduto fra qualche mese. Non resta che aspettare la data delle amministatrive che fisserà la nuova Giunta regionale per capire se Cagliari proseguirà col vicesindaco o con un commissario. Niente sfoghi, niente alibi. E i 'se' delle domande li aggira con una contro domanda che è anche una metafora calcistica in onore al suo passato in curva e al suo presente da tifoso del Cagliari: "Troppi se, e se Luvumbo domenica non avesse segnato?" Con diplomazia dribbla più volte la insidiosa domanda sul voto disgiunto, le liste che prendono più voti del presidente da sempre alimentano mille sospetti. Ma una stoccata, indiretta e garbata, all'avversario interno, il governatore uscente Christian Solinas e al leader della Lega Matteo Salvini, la dá: "Certo se avessimo avuto più tempo - spiega riferendosi all'estenuante tira e molla che lo ha incoronato candidato solo a poche settimane dal voto - avremmo potuto lavorare di più e meglio. Abbiamo perso per duemila voti, magari partendo con un po' di anticipo…".
Poi riprende a puntare il dito contro se stesso: "Non sono riuscito a spiegare l'importanza dei cantieri a Cagliari - ammette - Sapevo che stavano creando malcontento, ma non pensavo sino a questo punto. Avevo chiesto ai candidati cagliaritani di tastare il polso alla città e mi avevano rassicurato". Una vittoria nel recupero, leggi ricorso? "Adesso non è tempo di riconteggio - taglia corto Truzzu - Quello lo dovrà fare la Corte d'appello. Una volta che vedremo il verbale faremo delle valutazioni. Certo, con uno scarto così ridotto, si può anche pensare di fare ricorso, so che solo a Cagliari ci sono state mille schede nulle, ma ora non è all'ordine del giorno".
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