"Da oltre un mese Coldiretti
Sardegna ha sollecitato con varie interlocuzioni, anche nelle
opportune sedi istituzionali, sulla necessità di ripresentare la
deroga che consente l'uso del tatuaggio per identificare i capi
ovini e caprini, oltre al bolo elettronico ruminale (primo mezzo
necessario secondo le norme). Senza la deroga gli allevatori
saranno costretti a riutilizzare le targhette che hanno già
presentato in passato molti problemi, in particolare per gli
stessi animali. Abbiamo saputo che ieri c'è stato un incontro
con il ministero della Salute e l'assessorato dell'Agricoltura
durante il quale è stato chiesto di rivedere questo sistema
nella direzione auspicata da noi allevatori. Non perdiamo le
speranze ma chiediamo celerità e concretezza". Così il
presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, sottolinea i
passi fatti dall'associazione e le sue richieste in merito al
problema dell'identificazione dei capi ovicaprini.
"Riteniamo che l'applicazione del tatuaggio con il relativo
codice di identificazione per ogni singolo capo sia il metodo
migliore non solo perché più sicuro per gli animali evitando la
perdita delle targhette che molto spesso creano danni e lesioni
durante il pascolo - ricorda il direttore Coldiretti Sardegna,
Luca Saba - ma anche perché risponde meglio alle esigenze di
lavoro delle aziende sarde di allevamento. Quello del tatuaggio
è un sistema ormai consolidato e sicuro e pertanto rilanciamo
sulla necessità di un intervento in questo senso".
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