La corruzione nella politica, tra
giochi di potere e scambi di favori, è il tema centrale di "Le
Volpi". Lo spettacolo della Compagnia CapoTrave, testo di Lucia
Franchi e Luca Ricci, sua anche la regia, sarà in scena l'8
marzo alle 21 al Teatro Costantino di Macomer, il 9 alle 21 al
Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e il 10 marzo alle 20.30 al
Comunale "Akinu Congia" di Sanluri per La Grande Prosa del
Cedac.
"Una commedia che fa riflettere sui vizi della classe
politica, ma anche sul ruolo dei cittadini: ci coinvolge tutti",
afferma Giorgio Colangeli, protagonista insieme con Antonella
Attili e Federica Ombrato. "Interpreto un sindaco di una
cittadina non meglio identificata", rivela l'attore, all'attivo
un'intensa carriera fra teatro e cinema, Nastro d'Argento per
"La cena" di Scola e David di Donatello per "L'aria salata" di
Angelini.
"E' un uomo di una certa età, per sua natura gioviale, anche
bonario, che presenta il suo piccolo peculato come una faccenda
personale, chiedendo all'amica dirigente sanitaria di
raccomandare la sua ditta, ora diretta dal cognato, presso la
regione - racconta Colangeli - il sindaco fa notare come la
chiusura dell'azienda danneggerebbe tutta la comunità, e 'offre'
in cambio la nomina della figlia della donna come direttrice del
museo d'arte contemporanea".
L'artista romano, che ha esordito con la compagnia Il Torchio
negli anni '70, reduce dalla tournée con "I Due Papi" di Anthony
McCarten con Mariano Rigillo, spazia da film come "Pasolini, un
delitto italiano" e "Romanzo di una strage" di Marco Tullio
Giordana e "Il divo" di Paolo Sorrentino, a commedie come "La
cena" di Scola, fino a "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi.
"Il cinema, con i primissimi piani, mi ha insegnato a cercare la
verità nei dettagli, anche a teatro - racconta Colangeli - la
mia non è stata una vocazione precoce, ero già laureato in
fisica e orientato all'insegnamento, quando ho iniziato a
recitare quasi per caso: quest'arte è diventata la mia passione,
il teatro ha cambiato la mia vita. Oggi questo mestiere è molto
mutato, i social che prima non c'erano hanno radicalmente
modificato il modo di proporsi al pubblico: perfino io,
analfabeta digitale, ho la mia pagina e un profilo sui social".
E durante la pandemia? "Mi sono rifiutato di fare teatro in
video, mi sembrava un tradimento, come mandare in onda
registrazioni di spettacoli: il teatro è un evento unico e
irripetibile, è quello che succede qui e ora sul palco, davanti
al pubblico, e ogni sera è diverso".
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