Il corteo è arrivato a ridosso del palazzo di giustizia. Un luogo simbolo, scelto per l'8 marzo dalle donne impegnate in gruppi e associazioni che lottano contro la violenza di genere, perchè qui, in un'aula del tribunale di Tempio Pausania, si sta celebrando ormai da due anni un processo a porte chiuse per stupro di gruppo che ha visto, per la notorietà degli imputati e il racconto davanti ai giudici, a tratti drammatico, della principale accusatrice, un'eco mediatica senza precedenti.
Quella ragazza oggi 23enne - all'epoca dei fatti di anni ne aveva 19 - è una studentessa italo norvegese: rientrata a Milano dopo una vacanza in Costa Smeralda nell'estate del 2019, ha deciso di denunciare i presunti responsabili di una notte, tra il 16 e il 17 luglio, che per sua stessa ammissione le ha stravolto la vita. E' stata lei a indicare Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria e Edoardo Capitta, come gli autori della violenza che avrebbe subito nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. Con lei c'era anche un'amica, vittima di abusi per alcune foto a sfondo sessuale scattate mentre dormiva sul divano di casa del fondatore del M5s da tre dei quattro imputati.
E contro il comico geneovese che si appresta a tornare nei teatri italiani, arriva anche l'azione al corteo transfemminista di Non una di Meno a Roma: i manifesti di Beppe Grillo sono stati strappati e imbrattatati con la scritta 'stupratore'. "Ha difeso a spada tratta uno stupratore, vittimizzando la donna che il figlio aveva stuprato. Non ti vogliamo nei nostri teatri", le parole urlate dal microfono.
A Tempio intanto si spiega: "La studentessa - dice Patrizia Desole di Prospettiva Donna, tra le tante femministe scese in piazza oggi nella cittaà gallurese - è diventata l'emblema di tutte le donne che hanno il coraggio di denunciare la violenza patriarcale". La forza degli slogan sta tutta negli striscioni: "Il sesso senza consenso è stupro", "La vittimizzazione secondaria è violenza". Poi la dichirazione condivisa:"Siamo tutte parti lese". Ciò che viene contestato, spiegano le promotrici della manifestazione, è l'esame testimoniale a cui è stata sottoposta la studentessa, ampiamente descritto dalla stampa, "in cui il biasimo della vittima va oltre il principio della presunzione di innocenza e rivittimizza la donna che denuncia, che subisce un'ulteriore violenza psicologica e mediatica".
Nulla di tutto questo, secondo il pool della difesa: "Il processo penale - chiarisce l'avvocato Mariano Mameli - è sofferenza per tutti, persone offese e imputati. Non credo che in questa sede sia mai successo nulla che non fosse strettamente necessario all'accertamento dei fatti, con la massima attenzione alle persone".
Sul fronte processuale, oggi è stata ascoltata, con l'aiuto di una traduttrice, l'amica norvegese della studentessa: tra le due, nelle ore successive al presunto stupro, c'era stato un fitto scambio di messaggi, anche vocali, in cu la vittima aveva confessato quanto le era accaduto. Il tribunale ha deciso di procedere con la trascrizione integrale dei messaggi che confluiranno poi negli atti del dibattimento. Si torna in aula con altri testi - periti e tecnici - il 2 e 3 maggio prossimi.
Agli atti i messaggi tra accusatrice e amica
"Non riuscivo a dire di no e ad oppormi". E' uno dei tanti messagi scambiati tra la studentessa italo norvegese e la sua amica norvegese nelle ore successive al presunto stupro di gruppo denunciato dalla studentessa, che accusa della violenza Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia.
La ragazza, assistita da una traduttrice, è stata ascoltata questa mattina nell'aula del tribunale di Tempio Pausania e ha risposto alle domande del procuratore Gregorio Capasso e del pool della difesa. Quattro cartelle di trascrizione dei messaggi tra le due amiche confluiranno all'interno degli atti del processo: è stato infatti dato incarico a un perito di trascrivere i messaggi vocali estrapolati dai telefoni della principale accusatrice, e di effettuare la traduzione di quelli scritti in inglese.
"Tutto il contenuto delle chat intercorse tra le due ragazze verrà periziato. Le domande a commento di una chat non erano ipotizzabili o ammissibili", ha spiegato a fine udienza l'avvocato Gennaro Velle, difensore di Corsiglia. Il dibattimento si ferma tutto il mese di aprile: si torna in aula il 2 e 3 maggio prossimi, quando verranno sentiti i periti e i tecnici e il collegio acquisirà le trascrizioni dei messaggi.
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 16 e 17 luglio del 2019 e sarebbero avvenuti nella villetta di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo.
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