Nuova protesta dei 30 operai del
termovalorizzatore Tossilo, in distacco nei comuni di Macomer e
Borore dall'ottobre 2023, e da due mesi senza stipendio.
La vertenza della Tossilo spa, l'azienda della zona
industriale di Macomer in crisi di liquidità e il mancato avvio
del nuovo termovalorizzatore - su cui la Regione ha investito 50
milioni di euro - era approdata nel tavolo della Prefettura di
Nuoro lo scorso anno. Ma nonostante gli impegni presi
dall'amministrazione regionale per l'appianamento di debiti
della società, circa 5 milioni, e per l'avvio dell'impianto che
consentirebbe di smaltire i rifiuti del centro-nord Sardegna,
nulla è stato fatto. "Ci troviamo in questa situazione perché
sembra che la Regione non voglia anticipare ai Comuni le somme
dei nostri stipendi - spiega uno degli operai, Patrizio Serra -.
Siamo lavoratori che hanno famiglia e mutui da pagare e ci
troviamo in questa situazione già dal 2016, da quando ci hanno
fatto fermare le linee di incenerimento".
Gli operai chiedono spiegazioni sul perché il nuovo
termovalorizzatore sia fermo: "Sono stati spesi 50 milioni per
il nuovo impianto, come mai non parte? - si chiede Massimo
Foddai - parliamo di fondi pubblici e la politica locale in
questo momento non interviene, non dice nulla su un tema
importantissimo che risolverebbe il problema di smaltimento dei
rifiuti di una parte importante dell'isola".
"La nostra preoccupazione maggiore è che l'impianto non venga
riavviato. Ci aspettavamo di poter partecipare a sei mesi di
corsi di formazione per la gestione di un impianto moderno ma
nessuno ci ha detto nulla - aggiunge Giovannino Murgia -. Per
noi questa situazione è motivo di forte preoccupazione, non solo
per la precarietà economica in cui ci troviamo ma perché ci
toglie la speranza ad avere un futuro".
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