Storie, testimonianze, visioni,
riflessioni che riguardano una sfera intima della vita di donne
e uomini: le ragioni di una scelta, quella di non essere o
essere genitori. Espresse in sardo nelle sue diverse varianti,
sono raccolte nel primo archivio audiovisivo online: Annòtu. E'
il nuovo capitolo dell'Archivio vivo, album multimediale e
online di voci di donne e uomini dall'Italia e dal mondo
inserito nel progetto Lunàdigas, ideato 25 anni fa dalle autrici
e registe Nicoletta Nesler e Marilisa Piga per aprire uno spazio
di condivisione e confronto sul tema della genitorialità, della
scelta di avere o meno figli.
"Un tema - spiega Nicoletta Nesler nella conferenza stampa di
presentazione del progetto - che non deve restare tabù, perché
su queste scelte di vita si fanno sentire, e in maniera più
pesante sulle donne, giudizi e uno stigma sociale". Cinquanta le
videotestimonianze finora raccolte in giro per la Sardegna nelle
varianti linguistiche parlate dai protagonisti nei territori di
appartenenza. Accessibili sul web in lingua originale, sono
sottotitolate in italiano e inglese.
Storie di scelte consapevoli, ma anche toccanti e sofferte si
intrecciano. Come quella di Costantina, che in catalano
algherese racconta di non avere avuto figli insieme al suo
compagno per il timore - complice anche un passato difficile -
di non riuscire a dare loro quanto desiderato. O quella di Amos
che, in sardo campidanese, rievoca: "Se da studente diventare
padre era una condizione che temevo, da più adulto l'ho
programmaticamente evitata. Oggi, sono felice di non avere
figli".
"La lingua sarda - sottolinea Marilisa Piga - ci fa viaggiare
nel tempo riportandoci alle relazioni allargate, alla presenza
accogliente della comunità. Si parte dalla Sardegna, ma l'idea è
di coinvolgere altre lingue minoritarie con la loro ricchezza di
vocaboli e di sfumature di senso che ben restituiscono
l'ampiezza dei discorsi legati all'identità".
Fanno parte del gruppo di lavoro, oltre alle due autrici
Marilisa Piga e Nicoletta Nesler, Tore Cubeddu di Eja tv, Silvia
Moretti archivista, Daniela Travaglini traduttrice, Amos Cardia
ricercatore e responsabile linguistico del progetto, Giusy
Salvio ricercatrice, Idee digitali, società che ha curato la
post produzione.
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