La soluzione bipartisan trovata
dal Consiglio regionale nell'ultima seduta della legislatura per
scongiurare il taglio delle autonomie scolastiche non ha
funzionato. Il governo ha deciso di impugnare due delle leggi
sarde approvate nella seduta del 5 febbraio, a venti giorni
dalle elezioni che hanno consegnato la guida della Regione ad
Alessandra Todde, e una è proprio quella che tentava di mettere
una pezza al decreto del governo sul ridimensionamento
scolastico.
Una proposta trasversale, primi firmatari Fausto Piga (Fdi) e
Laura Caddeo (Avs) approvata all'unanimità per scongiurare il
taglio delle autonomie e che prevedeva che la Regione potesse,
"tenendo conto delle peculiarità geografiche, insediative, dei
collegamenti viari e di specifiche condizioni, intervenire
sull'organizzazione del servizio scolastico prevedendo il
mantenimento di presidi nelle istituzioni scolastiche che, con
l'applicazione dei parametri statali, perderebbero l'autonomia".
La norma, secondo il governo che l'ha inviata alla Corte
costituzionale per l'esame, viola quattro articoli della
Costituzione, tra cui il terzo sull'uguaglianza di tutti i
cittadini, oltre al 97 sulle pubbliche amministrazioni, il 117
sulla competenza statale in materia di ordinamento e
organizzazione amministrativa dello Stato e riguardo
all'istruzione e l'81 sull'equilibrio di bilancio.
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