/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Primario tornato in libertà, 'la prigione è una pena corporale'

Primario tornato in libertà, 'la prigione è una pena corporale'

Post su Fb di Cocco arrestato nell'inchiesta "Monte Nuovo"

CAGLIARI, 06 aprile 2024, 15:57

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"La prigione è anzitutto una pena corporale, non è un semplice divieto posto alla libertà di circolare, come si è provato a dimostrare fin qui. Pena corporale perché il suo scopo è quello di spezzare la personalità, in questo non facendo che seguire con altri mezzi il cammino segnato dalla tortura". Inizia così il post pubblicato su Facebook dal medico anestesista sardo Tomaso Cocco, primario del reparto di Terapia del dolore dell'ospedale Binaghi di Cagliari, tornato in libertà il 21 marzo scorso dopo essere stato in carcere a Cagliari, a Palermo e poi ai domiciliari dal 27 settembre scorso, giorno dell'arresto nell'ambito dell'inchiesta "Monte Nuovo", della Dda di Cagliari, su una presunta associazione criminale della quale avrebbero fatto parte colletti bianchi ed esponenti della criminalità del Nuorese.
    "Posso dire però - scrive il primario - che la reclusione è organizzata come se volesse farci dimenticare che abbiamo un corpo. Il corpo reso muto è un corpo da dimenticare. Il corpo ignorato smette però di reagire come un animale domestico. E l'animale in gabbia rivela, anche se sembrava domestico, caratteristiche fino ad allora poco conosciute. La prima scoperta da farsi è che il corpo ignorato non produce vuoto ma dolore: dolore fisico. Il dolore è una reazione all'ignoranza del corpo, serve a ricordarci che siamo un corpo. E' l'aspetto assunto dal senso della realtà, criterio di verità che prova ad ancorare la mente al mondo, dicendoci che ne siamo parte. E' la parola dei muti ai quali non è consentito il gesto", conclude Cocco.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza