Prima del match contro Pesaro,
coach Nenad Markovic aveva detto che per vincere e continuare a
sperare nei playoff sarebbe stato fondamentale gestire il ritmo,
trovando le giuste motivazioni per una prestazione intensa, in
una fase della stagione in cui tutte le partite sono
fondamentali. Non è andata così, la formazione dell'ex Meo
Sacchetti ha espugnato il Palaserradimigni (96-91 il risultato
finale) perché ha mostrato più motivazioni. La rincorsa alla
salvezza ha spinto la Carpegna Prosciutti a una prestazione che
alla lunga ha mandato fuori giri il Banco di Sardegna, la cui
rincorsa ai primi otto posti ora si complica.
E Markovic non cerca scuse. "Pesaro ha fatto la partita che
mi aspettavo, mentre non mi aspettavo che noi scendessimo in
campo così deconcentrati, confusi, fallosi, senza giocare di
squadra, spesso in cerca di soluzioni individuali", è l'analisi
dell'allenatore della Dinamo.
"Non abbiamo tradotto sul parquet ciò che avevamo provato in
allenamento - sintetizza - abbiamo permesso agli avversari di
acquisire fiducia e vincere meritatamente".
Meo Sacchetti, l'eroe del triplete, amatissimo dal popolo
biancoblu, è soddisfatto per la sua squadra e sotto i baffi
gongola per il dispetto fatto al Banco dopo la mancata stretta
di mano da parte dell'amministratore delegato dei sassaresi,
Francesco Sardara, prima della gara. L'episodio ha indignato i
tifosi della Dinamo, ma l'interessato glissa e si tiene stretto
il feeling con la piazza e con la città.
"Tornare qui fa sempre piacere, sono stati anni particolari,
non mi sorprende l'affetto dei sardi, se entri nel loro cuore è
per sempre", dice l'ex ct della nazionale. Quanto al match, "già
a Treviso avevamo mostrato un bell'atteggiamento, anche se non
c'era servito per vincere - afferma - qui siamo partiti male,
siamo andati sotto, li abbiamo ripresi, e dopo un altro break da
parte loro siamo stati bravi a restare in partita sino alla
fine".
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