Sette anni di reclusione
più la confisca dei beni personali: è la sentenza di condanna
che oggi i giudici del tribunale di Tempio Pausania hanno
inflitto ad Elena Altobelli, 56 anni, cagliaritana, ex
direttrice dell'ufficio postale di Luogosanto, in Gallura,
accusata di peculato, appropriazione indebita e truffa per
essersi intascata i risparmi di decine di clienti, molti dei
quali pensionati, tramite un sistema da lei stessa messo in
piedi che prevedeva il mancato rinnovo dei buoni fruttiferi
delle Poste.
L'indagine che portò agli arresti domiciliari dell'imputata
era partita nell'estate del 2016 quando una famiglia con un
conto aperto nell'ufficio di Luogosanto si era presentata allo
sportello per prelevare una grossa somma di denaro. E qui
l'amara scoperta: sul conto c'erano solo pochi spiccioli,
migliaia di euro si erano volatilizzati.
Da qui la prima denuncia ai carabinieri, a cui sono seguite
decine di segnalazioni di persone che, ignare delle operazioni
illecite dell'allora direttrice, si sono ritrovati senza denaro
sui loro conti. Le indagini coinvolsero anche la Guardia di
Finanza.
Elena Altobelli, stando a quanto ricostruito dagli
inquirenti, sarebbe entrata in possesso di circa un milione di
euro in un lasso di tempo che va dal 2002 al 2016, quando venne
rimossa dall'incarico di funzionaria. L'ex direttrice infedele
usava il suo rapporto di conoscenza e confidenza con i clienti
delle Poste per eseguire dei passaggi di denaro da un conto
all'altro, all'insaputa dei correntisti, creando così grossi
ammanchi.
"Dobbiamo leggere il dispositivo e le motivazioni e poi
faremo le nostre valutazioni", è il commento dell'avvocato
difensore Massimo Puddu, del foro di Cagliari, subito dopo la
sentenza di condanna.
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