Santadi si prende cura del Nuraghe
Sanna, per valorizzarlo e restituirlo alla collettività. Di
pianta complessa, con più torri, svetta sulla sommità di una
piana, ma è inaccessibile e nascosto alla vista da arbusti di
macchia mediterranea. Sabato 13 aprile, associazioni, cittadini
e istituzioni si danno appuntamento per dare il via al progetto
sociale e collettivo "Adotta un nuraghe".
Dalle 9 e per tutta la mattina si procederà a ripulirlo dalla
vegetazione spontanea. Dalle 16 poi è in programma una visita
guidata con l'archeologo Stefano Crispu, direttore del Museo
archeologico di Santadi gestito dalla società Sémata che
organizza l'iniziativa insieme al Comune in collaborazione con
la Soprintendenza per la città metropolitana di Cagliari e le
province di Oristano e Sud Sardegna. La proprietà del monumento
è stata trasferita nel 2019 dalla città metropolitana di
Cagliari al Comune di Santadi, non è direttamente gestito e
quindi non oggetto di attività manutentive.
"La comunità ha risposto con la partecipazione di numerose
associazioni di Santadi - commenta soddisfatto il sindaco
Massimo Impera - testimonianza dell'attaccamento al proprio
patrimonio storico che può diventare strumento dal punto di
vista turistico". Sono coinvolti Pro loco, Protezione civile,
Speleo club, Auser, Libera associazione anziani, Oasi Mosè, Pol
atletica e Asd I pedali.
Il Nuraghe Sanna è inserito in un contesto importante come
testimoniano tracce riferibili ad un abitato frequentato in
periodo nuragico, punico, romano e forse medievale. In epoca
successiva nei pressi del nuraghe sorsero edifici monastici con
annessa una chiesa dedicata al culto di San Pietro. E in
prossimità il più recente Medau Sanna, insediamento rurale
agricolo sulcitano. "L'importanza dell'insediamento nei millenni
è dovuta alla sua posizione strategica e alla ricchezza delle
terre circostanti - spiega Stefano Crispu - sorge sulla sponda
destra del rio Mannu, che discendendo dalla valle del Gutturu
Mannu sfociava nel golfo di Palmas, dinnanzi all'Isola di
Sant'Antioco, circondato da fertili piane alluvionali e a
guardia della naturale via di comunicazione tra la costa e
l'entroterra sulcitano".
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