Un flash mob per dire basta ai
suicidi in carcere: 30 in Italia dal 6 gennaio al 7 aprile di
quest'anno. Lo organizza per domani, alle 11.30, la Camera
penale degli avvocati di Cagliari nella scalinata del Palazzo di
Giustizia dove verranno letti al megafono le date di queste
tragedie, le carceri dove sono avvenute e l'età dei detenuti che
si sono tolti la vita per "dare voce a tutti coloro che non
possono parlare". La parola chiave è "non c'è più tempo".
Seguirà un dibattito nel quale interverranno tra gli altri
Franco Villa, presidente della Camera Penale di Cagliari, e
Irene Testa, garante regionale dei detenuti.
"Le drammatiche condizioni in cui versano le carceri italiane
rendono, in concreto, l'esecuzione della pena detentiva
contraria al senso di umanità - aggiunge Villa - Una popolazione
detenuta in continuo aumento a fronte di una costante
diminuzione di posti disponibili. 61.049 detenuti su 51.178
posti di capienza regolamentare. Trenta suicidi dall'1 gennaio
ad oggi e 40 decessi per cause diverse dal suicidio. Per questi
motivi la Camera Penale di Cagliari ha deciso di organizzare un
evento finalizzato alla sensibilizzazione delle istituzioni,
della politica e soprattutto dell'opinione pubblica su una
situazione ormai non più tollerabile".
"I malati psichiatrici e i tossicodipendenti sono troppi e
non dovrebbero stare in carcere ma in strutture alternative che
in Sardegna non ci sono. Nella mia periodica visita nel carcere
di Uta nei giorni scorsi ho trovato l'inferno - racconta Testa -
Addirittura in alcune sezioni si fa fatica ad entrare per via
dello stato di agitazione di alcuni detenuti. Persone malate che
come più volte ho denunciato non dovrebbero stare lì. È chiaro
che ogni giorno assistiamo alle denunce della polizia
penitenziaria che si ritrova a spegnere incendi a salvare vite
dai numerosissimi tentativi di suicidio. Lo scorso anno, solo a
Uta, sono stati 46, per un totale di 96 in tutta l'isola. Sono
necessarie misure straordinarie per fermare questo stillicidio
di vite umane. Dobbiamo garantire la dignità e i diritti
fondamentali".
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