Un'alga da coltivare e consumare
su Marte. Gli scienziati ci stanno lavorando da parecchio, ma
ora c'è un passaggio forse cruciale: un brevetto internazionale
nato in Sardegna con un kit che può simulare in laboratorio
l'habitat del pianeta rosso. E che consente quindi valutare
quindi anche sul nostro pianeta che cosa succede alla microalga,
la spirulina, che cresce in assenza di gravità e ossigeno.
L'Università di Sassari, il Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi
Superiori in Sardegna (CRS4), il Distretto AeroSpaziale della
Sardegna (DASS), l'Università degli Studi di Cagliari e
l'azienda Tolo Green hanno depositato la domanda di brevetto in
Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone e India.
Grazie a un lungo e paziente lavoro di squadra è stato
possibile mettere a punto un terreno di coltura fertile per
l'alga spirulina, il nuovo "oro verde". A gravità quasi pari a
zero, raggiunta tramite un apposito strumento chiamato
clinostato equipaggiato per simulare l'atmosfera marziana,
l'alga cresce: lo dimostrano gli esperimenti condotti nel
laboratorio della professoressa Antonella Pantaleo del
dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Sassari.
L'alga spirulina in ambiente extraterrestre può servire al
duplice scopo di nutrire gli astronauti e generare ossigeno,
utilizzando l'atmosfera marziana satura di CO2. Oggetto del
brevetto è un kit composto da un clinostato e da una camera con
atmosfera di Co2, che può riprodurre le condizioni
extraterrestri. Scopo di questo strumento è quello di consentire
la crescita di microalghe in assenza di gravità, e valutare il
comportamento in tali condizioni di cellule umane, vegetali e
animali anche in atmosfera marziana simulata.
L'innovazione consentirebbe la limitazione del materiale da
trasportare nel tragitto Terra-Marte utilizzando elementi
disponibili sul posto quali la CO2 atmosferica, il suolo
marziano e l'urina degli astronauti. "La Sardegna - spiega
Giacomo Cao, amministratore unico CRS4 e presidente Distretto
aerospaziale sardo - può giocare nel settore aerospaziale
attraverso un prezioso gioco di squadra che coinvolge le
istituzioni scientifiche e le imprese".
Per Gavino Mariotti, rettore Università di Sassari il
brevetto internazionale "è il coronamento di una lunga attività
di ricerca che ha avuto nel Dipartimento di Scienze Biomediche
un teatro privilegiato". Secondo Francesco Mola, rettore
Università di Cagliari "fare parte di un team che vede
protagoniste aziende leader del settore high tech e istituzioni
pubbliche e private, conferma l'importanza delle competenze
trasversali che di fatto possono rappresentare un volano per la
crescita del nostro territorio".
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