"C'è una grande preoccupazione" per
l'annunciato stop della Regione Sardegna sulle rinnovabili.
"Occorre invece partire da una base culturale diversa e non dal
presupposto che l'installazione sia un danno per il territorio
che in qualche misura va compensato. Piuttosto dobbiamo studiare
delle forme per coinvolgere maggiormente gli enti locali e la
popolazione".
Lo dice all'ANSA Marco Carta ad e direttore R&A Unit
Utilities e Rinnovabili di Agici a margine del workshop a Milano
su 'Le utilities nell'era della Generative AI: ottimizzazione,
competitività e gestione degli asset'.
"Il nocciolo della questione sta negli iter autorizzativi che
sono estremamente strutturati complessi e molto lunghi - precisa
- servono anni per avere una risposta. La probabilità di essere
autorizzati è bassa e quindi ci sono moltissime richieste: le
decine di GW solo sulla carta".
Secondo Carta, infatti, in Italia si è andati molto lenti:
"ora assistiamo a una ripresa degli investimenti soprattutto
legati a impianti di piccola taglia. ben lontani da una
situazione di sviluppo incontrollato. In effetti le rinnovabili
rappresentano un bene per il Paese da tutti i punti di vista -
sottolinea - Da tutte le nostre analisi le rinnovabili risultano
essere un elemento cardine per lo sviluppo sostenibile del
Paese, garantisce prezzi competitivi e non dipendenti dalle
fluttuazioni del mercato. Inoltre - conclude Carta - significa
meno acquisti di combustibili dall'estero, meno impatti
inquinanti e più impatti positivi sulla sicurezza energetica in
un momento nel quale ci sono due guerre e il problema della
dipendenza italiana resta. Uno stop così non aiuta".
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