Sono cinque donne e un giovane gli iscritti al primo corso di formazione professionale per la figura di pastore, iniziato due settimane fa a Perugia, nella sede dell'associazione culturale Shardana, vincitrice di un bando della Regione autonoma della Sardegna. La notizia è riportata dal Corriere dell'Umbria.
Il corso era aperto a uomini sotto i 35 anni e donne di qualsiasi età, di origine sarda dalla prima alla terza generazione residenti in Umbria. Gli iscritti, oltre alle radici sarde - scrive il quotidiano -, hanno in comune la provenienza da famiglie di pastori. Giuseppe Mereu, 42 anni, lavora nell'azienda fondata dal padre, arrivato in Umbria nel 1968. "Un lavoro che faccio con passione - spiega - e seguendo quello che ho imparato in famiglia. Mi sono iscritto al corso perché può arricchire, e di molto, le mie competenze".
Maria Carola Di Muro, 22 anni, studentessa universitaria di Scienze agrarie e ambientali, ritiene utile il corso per "crearmi un lavoro in questo settore in autonomia". Antonella Pala, 58 anni, spiega: "Gestivo la piccola azienda di papà, il Covid ci ha messi a terra perché eravamo fattoria didattica e il lungo periodo di chiusura ci ha costretti a togliere le pecore. Questa è un'opportunità per riprendere l'allevamento".
Piera Massaiu, 54 anni, dice con orgoglio: "Sono figlia e sorella di pastori, per me che lavoro in agricoltura e allevamento, ma non di ovini, è anche una possibilità di tornare in parte alle radici familiari". Elena Massaiu, 30 anni, laureata in Scienze agrarie, racconta: "La pastorizia è l'attività della mia famiglia". Le fa eco la sorella Martina, perito agrario: "Il mestiere del pastore non è oggi redditizio, questo corso può insegnarci molto per renderlo una professione con un reddito dignitoso".
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