Prima ha tentato di impiccarsi
nella sua cella del carcere di Uta (Cagliari), poi una volta
portato all'ospedale Brotzu ha cercato di evadere dal reparto
di Neurochirurgia, ma è stato fermato.
L'evasione è stata sventata ieri a tarda sera a Cagliari: lo
denuncia la Fns Cisl. Un detenuto 44enne cagliaritano che doveva
essere sottoposto ad accertamenti clinici dopo avere tentato il
suicidio ha prima aggredito fisicamente gli agenti, che sono
stati anche minacciati. Quindi ha più volte tentato di aprire la
finestra della camera e di fuggire e poi chiudersi nel bagno.
Gli agenti, anche con l'aiuto di un vigilante, sono riusciti a
fermarlo.
"Un plauso va sicuramente alla Polizia Penitenziaria e a
tutti quelli intervenuti garantendo alla stessa un supporto
operativo - commenta Giovanni Villa segretario regionale Fns
Cisl Sardegna - Prima hanno salvato il detenuto da un tentativo
di impiccagione in carcere e poi sempre con sangue freddo hanno
evitato che lo stesso evadesse dall'ospedale, come se fosse
tutto progettato dal detenuto. Ad un giorno dall'aggressione
avvenuta nei confronti di tre agenti della Polizia
Penitenziaria, di cui uno ancora ricoverato, nel carcere di
Sassari a Bancali, questa volta dal detenuto recordman di
aggressioni e danni, riscriviamo ancora per lo stesso motivo
denunciando una situazione ormai insostenibile per la quale
riteniamo necessario rimarcare che i detenuti mentalmente
instabili non devono rimanere in carcere ma in strutture
sanitarie idonee. Ai colleghi aggrediti - aggiunge - va la
nostra vicinanza con l'augurio di una buona guarigione mentre al
governo e all'amministrazione penitenziaria chiediamo
immediatamente interventi normativi per la risoluzione di questa
problematica e prima che ci scappi il morto".
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