L'inquinamento nelle città
italiane non è cresciuto tranne in pochi casi, ma comunque con
moderazione. Lo rivelano i ricercatori di Kyoto Club e del Cnr,
che hanno presentato il rapporto 'MobilitAria'.
A Cagliari si è registrato un decremento delle concentrazioni
del particolato Pm10 del 4%.
In tutte le città, invece, numeri decrescenti per il Pm2,5,
con picchi di successo a Torino (-23%) e Milano (-17%).
Sono fino a 2.755 le morti premature associabili
all'inquinamento a Roma, 2.059 a Milano secondo il rapporto. I
tassi di morti premature evitabili sono più alti appunto a Roma
e Milano, mentre i più bassi a Cagliari, dove 'solo' 5 (± 0,04)
morti sono attribuibili all'esposizione a lungo termine al Pm10,
mentre 21,88 (± 0,15) al Pm2,5 e 18,66 (± 0,14) al No2.
A fare peggio in percentuale rispetto agli obiettivi indicati
dall'Oms nelle sue linee guida per evitare morti premature da
esposizione a No2, però, sono Messina e Reggio Calabria,
rispettivamente a -298% e -273% dai traguardi. Segue a distanza
Cagliari (-163%). A fare meglio, invece, Palermo e Bari, con
-92% e -84%.
Kyoto Club e Cnr hanno anche calcolato la ricaduta economica
dell'impatto sanitario, che varia da 17 milioni di euro a
Cagliari ai 7 miliardi di Milano.
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